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Intervenuto sulla Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, giornalista, ha analizzato così il pareggio tra Barcellona e Inter:
"Ma quale pullman davanti alla porta? L’Inter ha segnato tre gol al Camp Nou, è andata sotto, ha sorpassato, è stata ripresa, è andata ancora avanti, è stata rimontata e, all’ultimo respiro, ha sbagliato il gol del 4-3 che avrebbe meritato. Ha tirato nove volte in porta e raccolto otto corner. Ha attaccato ogni volta che ha potuto, con coraggio, personalità e l’idea della vittoria piantata in testa. Ma quale pullman e quali arbitri amici? Sul pullman semmai ci salirà, toccando tutto il ferro possibile, per approdare agli ottavi di Champions, perché se alla prossima batterà il Viktoria Plzen, ancora a zero punti, a San Siro, avrà la certezza della qualificazione, perché il Barcellona, al massimo potrebbe poi agganciare i nerazzurri, ma sarebbe eliminato per la contabilità negli scontri diretti. Se la vittoria di San Siro era parsa un’impresa, perché arrivata dopo due sconfitte dolorose (Udinese, Roma), questo pareggio è qualcosa di più, proprio perché ottenuto oltre la sofferenza, con la qualità del gioco e del cuore. Primo artefice: Simone Inzaghi. Tutto è partito dal suo primo messaggio: Dzeko e Dumfries dall’inizio, cioè l’invito ad attaccare, raccolto dalla squadra. E poi una gestione lucida, con cambi felici, vedi Gosens finito in gol. Monumentale Barella e non solo per la rete: non si fermava mai. Lautaro ha riempito di rimpianti i 94 mila di Barcellona: potevano avere uno così. Dopo 42 giorni, il Toro ha ritrovato ha ritrovato la rete, l’ha spalancata a Gosens e ha trascinato. Ma bravi tutti, da un rifiorito Bastoni a Calhanoglu, illuminato regista. Xavi è stato tradito dai suoi vecchi compagni (Piqué, Busquets) e non ha avuto il meglio dai suoi ragazzini terribili. Non è bastata la doppietta di Lewandowski e neppure la bolgia del Camp Nou. La Beneamata ha attraversato l’inferno come Beatrice, insensibile alle fiamme. Il paradiso degli ottavi è a un passo".
"Comunque i nerazzurri giocano meglio e difendono più alti di quanto abbiano fatto a San Siro, con bella personalità. Miki ci prova da lontano e al 28’ fiocca un’altra bella occasione. Barella, partito a razzo pressando anche gli spettatori, spolpa Gavi, galoppa e manda al tiro Dumfries che non ci mette potenza e cattiveria. Ma, a questo punto, l’Inter ha già tirato in porta più che a San Siro. Il Barcellona finora non è rimasto a guardare. Al 10’, su azione d’angolo, Miki ha scrostato dalla porta un colpo di testa di Lewandowski, a Onana battuto. Ma, come all’andata, i catalani faticano a scalfire il muro nerazzurro. Rispetto al Meazza, Xavi ha invertito gli esterni (Rapinha, Dembelé) e vestito il Barça con l’abito più classico: il 4-3-3. A palla persa, Pedri resta alto in pressing su Calha. La variazione sul tema è Sergi Roberto, l’esterno destro, che attacca centralmente, come fa spesso Theo Hernandez al Milan, alla ricerca dell’effetto sorpresa. Non a caso, al 31’ si allunga e arriva al tiro: Onana non trattiene, brividi...… E’ a questo punto del match che l’onda blaugrana cresce".
"La girata a colpo sicuro che spreca Raphinha (37’) è l’aperitivo del vantaggio. Dimarco perde un contrasto con Raphinha che trova Sergi Roberto, ancora all’interno del campo. Ingenuo Miki a farsi sorprendere alle spalle. Dembelé spinge in rete il cross basso. Una mazzata prendere gol a un passo dall’intervallo, dopo quelli sbagliati... Ma è qui che l’Inter dimostra la stoffa dell’anima. Torna in campo e al 5’ pareggia. Gran lancio di Bastoni che lo sciagurato Piqué lascia sfilare. Barella, alle sue spalle, lo crocifigge. Barricate? Macché... Ter Stegen si sdraia due volte in un minuto per salvarsi (12’) e al 18’ l’Inter sorpassa: sontuoso lancio di Calha per Lautaro che s’ingoia Busquets e segna baciando due pali con un tiro solo. Magnifico. Il finale è un romanzo. Minuto 37’: De Vrij respinge corto, la sentenza di Lewa incoccia lo stinco di Bastoni e beffa Onana. Ma l’Inter stanotte è una tigre che si ribella al domatore. Minuto 44’: splendido lavoro in ripartenza di Lautaro che Gosens tuona in rete, firmando la prima vera cosa memorabile da interista. Quel diavolo di Lewandowski incorna il 3-3 al 47’. La tigre si ribella ancora. Tira una vaga aria da Azteca, ma al 50’ Asllani, che ha fisico da abatino, si mangia il 4-3, per egoismo. Ma va benissimo anche così. A 4550 giorni dalla semifinale del Triplete, l’Inter è ancora felice al Camp Nou e Xavi, Piqué e il teatrante Busquets ancora mogi. Zanetti, eroe di Mou, attraversa il campo e fa cantare lo spicchio di tifosi nerazzurri che non hanno potuto vestire i propri colori. In realtà, ora che è vuoto, ora che è stato domato, il Camp Nou è tutto nerazzurro. Si vede benissimo".
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