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Garlando: “Inter senza Brozovic come il tiramisù senza mascarpone. E Handanovic…”

Andrea Della Sala

Della lotta scudetto dopo la sconfitta dell'Inter e il pareggio del Milan ha parlato il giornalista Luigi Garlando

Della lotta scudetto dopo la sconfitta dell'Inter e il pareggio del Milan ha parlato il giornalista Luigi Garlando sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:

"Il boia avrebbe potuto essere l’Inter se non avesse perso 8 punti contro Milan (dominio e sconfitta), Napoli (pari con poco coraggio) e Sassuolo (prova sciagurata). Da uno scudetto quasi in tasca, alla paura di perderlo, dopo due avvilenti 0-2 in cinque giorni. Lo stridore dei freni è assordante: la squadra che ha vinto 7 partite su 7 a fine andata, nel ritorno ne ha vinte 2 su 6. In questi casi si parla di crisi. Abbiamo trascorso mesi a strombazzare l’Inter come la più forte del reame, non possiamo cambiare cappello e metterci a picconarla alle prime difficoltà. Il valore resta intatto, ma si sono dilatate piccole lacune strutturali, finora mascherate. Questa Inter senza Brozovic non può stare. Come il tiramisù senza il mascarpone. È quello che tocca più palloni, quello che apre le linee di gioco, quello cui scaricare la palla nelle difficoltà. È quasi tutto. È mancato una volta in Coppa Italia e l’Inter è andata ai supplementari con l’Empoli. In campionato, il miglior Brozo di sempre, saldato a Calhanoglu, è stato il vero segreto del primo posto. Ieri il croato è mancato per la prima volta in campionato e si è capito quanto sia dura sostituirlo. Infelice l’idea di farlo con Barella: oltre a non avere un regista, si è persa anche la spinta del mediano. Calha, rimasto unico play, è stato sbranato in pressing, ha perso palla ed è nato il primo gol di Raspadori. Detto con rispetto: Gagliardini non basta.

Oggi è ancora più chiaro che Sensi andava trattenuto o sostituito, perché l’Inter a centrocampo non ha valide alternative in grado di palleggiare. Lacuna grave che ha impedito a Inzaghi di gestire il vantaggio nel derby e rischia di pesare nel finale di stagione, quando la fatica peserà di più. E poi l’attacco. Per la prima volta in stagione ieri l’Inter non ha fatto gol a San Siro. Sembra grottesco processare il reparto più prolifico della Serie A, ma va preso atto di due fatti oggettivi: Lautaro si è perso e la coppia non è un coppia. Il Toro non segna su azione da dicembre. Il gol ciclopico sbagliato ieri segna l’apice dell’involuzione e della frustrazione. Va recuperato. Dzeko non ha fatto meglio. Giocano distanti uno dall’altro, non sono una coppia, sono separati in casa. Lukaku stava un passo davanti a Lautaro, lasciava sfilare la palla, si voltava, il Toro gliela toccava e lui partita. Cose così, fatte insieme. Dzeko non è un riferimento perché vaga per rifinire. Lo scudetto è un muro che scavalchi solo in due, se uno monta sulle spalle dell’altro e l’altro poi lo tira su.

L’Inter deve ritrovare la coppia e il vero Handanovic, anche ieri incerto. Se a queste crepe che si sono allargate sul muro nerazzurro si aggiungono «approcci sbagliati», come quelli denunciati ieri da Inzaghi, al di là della fatica di Champions, la seconda stella diventa piccola e lontana.