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Il giornalista de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, ha commentato la gara del Meazzafacendo chiarezza sulle differenze che hanno indirizzato il match verso la vittoria della Juventus: "La Juve, prima di essere travolta dall’Inter in 10, si è tenuta in piedi con la stampella della Var: esagerata l’espulsione di Vecino, incomprensibile la mancata espulsione di Pjanic. Con l’orgoglioso assalto finale, la Signora si è meritata l’epilogo fortunato. Non solo fortuna, chiaro. Anche la fede di uomini abituati a vincere e quindi ottimisti per natura e la qualità somma delle individualità. Il filo Dybala-Higuain può stenderlo solo la Juve.
Invece di pescare in panca Dybala, Spalletti ha pescato Santon che ancora una volta ha fatto la figura di Calimero. Facile buttare la croce sulle spalle del tecnico di Certaldo. Più a freddo si considererà che l’Inter, dopo un’ora in inferiorità e dopo lo sforzo tremendo, quasi eroico, di rovesciare la Juve dei 6 scudetti con uomo in più, era sulle gambe. Si stava afflosciando davanti ad Handanovic e Spalletti ha provato a soccorrerla con quello che passa il convento. Perisic zoppicava e guardava la panchina con occhi da naufrago, Rafinha era sfinito, Icardi quasi... Immettere un difensore a sostegno delle barricate è stata reazione logica, anche se poi è andata come è andata. Con l’allungo della Roma e l’ultima giornata in casa della Lazio, la faccenda Champions si complica. Ma piuttosto che impallinare il mister, al popolo interista conviene mettere a fuoco il presente e il futuro, perfino con orgoglio. Oggi, grazie a Spalletti, l’Inter è una squadra che sa costruire bel gioco dal basso, come prima non sapeva; ha il cuore per rimontare in 10 la Juve, mentre prima si avviliva alla prima bua; ha trovato un’identità solida e giovane, che potrà diventare definitivamente competitiva con pochi innesti di grande qualità. E poi tareranno meglio anche la Var".
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