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In una lunga analisi per La Gazzetta dello Sport, il noto giornalista Luigi Garlando ha esaminato la sfida di ieri sera tra Inter e Milan, soffermandosi sui protagonisti e sulle conseguenze che avrà questo risultato in chiave futura: "San Siro pieno ed entusiasta, cinque gol, emozioni a raffica fino al termine, partita corretta. Ha vinto il derby. Poi ha vinto l’Inter. E infine ha stravinto Maurito Icardi che con tre gol ha scritto il manuale del centravanti perfetto: due gol rapaci al volo e un rigore gelido allo scadere; tre gol con tre tiri in porta. «Però i primi due tiri li ha svirgolati», obbietterà il sofista. No, avesse colpito bene quei due palloni, non sarebbero finiti in porta. L’istinto, che lo ha pilotato sul pallone prima dei milanisti, gli ha consigliato anche la porzione minima di pallone da calciare per fare gol. Quelle apparenti svirgolate fanno parte della perfezione. Icardi, che ribaltò il destino del primo scontro diretto, contro la Roma, alla prossima guiderà l’Inter al San Paolo contro un Napoli che aveva tentato di farne il nuovo Higuain. La capolista di Sarri dista solo 2 punti; Juve e Lazio inseguono staccate di tre lunghezze. La classifica dei nerazzurri è sontuosa e suona a gloria di Spalletti, arrivato in estate e capace di rivoluzionare nell’anima, prima ancora che alla lavagna, una squadra reduce da stagioni avvilenti. Al contrario, la classifica del Milan oggi è sconfortante: 8 squadre davanti; il quarto posto già distante 7 punti, l’Inter a +10. Tre scontri diretti persi uno dietro l’altro: Lazio, Roma, Inter. Trovarsi al fianco del Chievo che quest’estate ha comprato Tomovic e Pucciarelli, con un saldo attivo di 9,5 milioni, dopo un mercato costato un passivo di 169,5 non induce all’allegria. La strategia estiva spiega tante delle difficoltà attuali. Invece di rafforzare l’idea di gioco esistente con pochi acquisti di grande qualità, è stata scelta la strada della rivoluzione, che però esige tempo.
Montella è ancora in cerca della forma giusta - continua il giornalista - e il derby lo ha dimostrato: prima un Diavolo impaurito e rintanato, poi due punte e nuovo spirito. Suso improbabile seconda punta e poi restituito alla fascia, come logica suggerisce. Vincenzo ha cercato una reazione a tastoni, come si fa con i calzini al buio. Ora deve ripartire dalle buone cose che ha trovato nella ripresa: spirito più propositivo, giocatori più in sintonia con le loro attitudini, maggior disponibilità alla battaglia. Serve lavorare sulle scelte fatte e riproporre la stessa squadra per consentirle di guadagnare il callo di un’identità. Il tempo per risalire e rimettere nel mirino l’Europa c’è. Aver fondato l’Inter su due ali forti (Candreva, Perisic), anche ieri decisive, su un totem come Icardi e su una coppia difensiva come Skriniar e Miranda, ha permesso a Spalletti di trovare subito la struttura solida che Montella va cercando. Forte di questa struttura, il tecnico ha potuto edificare il resto. Il lavoro è lontano dalla conclusione. I due soli punti dal Napoli, per certi versi sorprendenti, non nascondono i limiti di un’Inter che ieri, nella ripresa, ha perso il controllo del gioco e ha sofferto più del dovuto. Borja deve trovare ancora la sua posizione e la mediana in genere continuità nelle due fasi. Il Napoli che sgorga gioco e ha meccanismi perfetti sembra di un altro pianeta. Però intanto l’Inter vince e cresce. Ieri ha aggiunto un Vecino trascinante. E non dovrà sfidare gente tipo City a metà settimana. Più la guardi e meno ti sembra brutta".
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