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Garlando (GdS): ” Sconfitta imperdonabile dell’Inter. Ora Zhang più che acquistare deve…”

L'editorialista della Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, ha analizzato la sconfitta di ieri dell'Inter

Riccardo Fusato

L'editorialista della Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, ha analizzato la sconfitta di ieri dell'Inter: "La squadra è imperdonabile. Invece di reagire alla brutta sconfitta con la Samp (davanti a 46.000 fedeli!), che ha compromesso l’ultima speranza Champions, ieri l’Inter è scesa in campo svampita come Brozovic sette giorni prima e si è svegliata solo dopo i due sberloni di Falcinelli. Per capirci, è come se un impiegato delle Poste leggesse la Gazzetta con i piedi sul tavolo per tutta la mattina e si mettesse a lavorare allo sportello solo dopo la pausa mensa. Troppe volte in questa stagione (e nelle precedenti) l’Inter ha steccato al momento della svolta per carenze d’anima, troppe volte ha dovuto sentire le spalle al muro per tirar fuori il meglio. Non dovrebbe bastare il senso di responsabilità di professionisti ben stipendiati? Può essere sempre colpa dell’allenatore che non sa trasmettere motivazioni? Ora nel mirino c’è Pioli. Ma non è offensivo anche solo pensare che per far fruttare le grandi potenzialità di una squadra serva un Conte che morda le orecchie come si fa con gli asini che s’impiantano? «Giocatori presuntuosi e arroganti», ha tuonato il d.s. Piero Ausilio. Non basta puntare il dito per chiamarsi fuori. Primo: spetta anche ai dirigenti coltivare la fame agonistica ed educare gli atteggiamenti. Secondo: com’è stata costruita la squadra? Al centro della difesa ha giocato spesso l’adattato Medel che ha deprezzato il giovane Murillo; l’unica riserva di ruolo di Icardi è un 35enne (Palacio); l’uomo dell’equilibrio (Gagliardini) è arrivato solo a gennaio per una ventina di milioni e senza di lui la squadra si è persa; la mega-campagna estiva naviga ben sotto le attese: Banega, Joao Mario, Gabigol... Mancini l’aveva fatto capire prima di andarsene: se gli agenti pesano più dei dirigenti e del mister è difficile realizzare un valido progetto tecnico. Al massimo, una macedonia di talenti. Siviglia ha osannato il d.s. Monchi perché sa quanto merito abbia avuto nei trionfi della squadra. La Roma lo ha scelto per progettare il futuro, prima ancora dell’allenatore. La Juve domina non solo per il valore della rosa, ma perché è un organismo efficiente: professionisti che rendono al massimo anche a Crotone; una dirigenza tecnica solida con pieni poteri di progetto; un allenatore che gode di fiducia totale e quindi ha forza in spogliatoio. L’entusiasta Zhang rifletta sui modelli vincenti. Comprare campioni non basta. Deve crescere la società oltre alla spesa."

(Gazzetta dello Sport)

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