"Nel giorno dell’annuncio di Romelu Lukaku alla Roma, l’Inter accompagna Lautaro Martinez al fianco di Olivier Giroud e Victor Osimhen (3 gol) e scopre quanto può essere utile Marcus Thuram"
Intervenuto su La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando ha analizzato così la vittoria dell'Inter per 2-0 contro il Cagliari:
"Nel giorno dell’annuncio di Romelu Lukaku alla Roma, l’Inter accompagna Lautaro Martinez al fianco di Olivier Giroud e Victor Osimhen (3 gol) e scopre quanto può essere utile Marcus Thuram. I due attaccanti sono stati i migliori nella serena vittoria di Cagliari (anche due pali) che tiene i nerazzurri in vetta, insieme a Milan, Napoli e Verona. Una sola capolista ha la porta ancora inviolata: è quella di Sommer. Thuram è stata la sorpresa più bella per Inzaghi. È stato un po’ Lukaku per la fisicità con cui ha aggredito la profondità, e un po’ Dzeko per le sponde sapienti con cui ha legato il gioco. Deve migliorare un aspetto, non secondario per un attaccante: vedere la porta. Ieri, come contro il Monza, non ha mai tirato con pericolosità tra i legni. Lukaku e Dzeko in genere lo fanno. Ma il francese sta crescendo. Ieri ha mandato in gol Dumfries, ha innescato il raddoppio di Lautaro e ispirato altro. Il Cagliari si è dimostrato troppo inferiore tecnicamente e ha pagato la fragilità dei suoi giovani che sono bravi e hanno il diritto di tremare davanti a grandi avversari. Oristanio e Sulemana, in particolare, non hanno confermato le belle cose fatte vedere in estate. Si cresce nelle difficoltà. Alla squadra di Ranieri è mancato anche il solito impeto agonistico, il pane di ogni neopromossa che deve salvarsi. Lampi d’orgoglio nella ripresa, animata dal velocissimo Luvumbo, il migliore".
"Partita subito nelle mani dell’Inter che si spazzola dalle spalle le trappole difensive del Cagliari e fa quello che vuole. Sir Claudio sceglie un 4-4-1-1 che poggia sulle marcature personalizzate ai tre polmoni creativi di Inzaghi: Nandez, che gioca alle spalle di Pavoletti, va su Calhanoglu; Makoumbou su Mkhitaryan e Sulemana su Barella. La gabbia sarda non scatta mai e l’Inter tesse in tutta serenità le sue limpide linee di gioco. Bene la regia di Calha e Miki, propositivi gli esterni, soprattutto Dumfries, ma spicca in modo particolare Thuram, per l’efficacia, la semplicità di scelte e per l’assistenza ai compagni. Il francese occupa stabilmente il centro dell’attacco, consentendo a Lautaro di girargli attorno e trovare sempre sponde pulite e mai banali. Tipo quella al 21’ su cross rasoterra di Dimarco. Thuram si avventa e, invece di cercare la complicata deviazione a rete, gira intelligentemente alle sue spalle per Lautaro che però scivola. Ma la lancetta dei minuti non finisce il giro che l’Inter passa. Thuram saccheggia la tenerezza di Sulemana e detta in verticale per Dumfries che incrocia in rete. Anche il tocco morbido con cui il francese chiude il triangolo con Dimarco al 30’ non è affatto banale. Sull’assistenza dell’esterno mancino, Lautaro, che ha già stampato un palo al 14’, è gelido ed elegante nel controllare, allargare lo specchio di tiro e mettere in rete: 2-0. Tutto troppo facile per l’Inter.
"Incapace di arginare le ondate nerazzurre, il Cagliari sbaglia troppo tecnicamente e non ci mette neppure la cattiveria agonistica che servirebbe per compensare una differenza di valori così plateale. Purtroppo per Ranieri, i bambini tremano. Sempre in difficoltà Sulemana, mai in partita il promettente Oristanio, che davanti alla sua squadra-madre non ha controllato le emozioni. Farà la doccia all’intervallo. Esce prima dell’intervallo, infortunato, il centravanti Pavoletti che ha ricevuto due cross e li ha girati entrambi verso la porta. Il problema per il Cagliari è arrivare dalle sue parti. L’unico che ci prova davvero è Nandez che parte da lontano e un paio di volte prova a strappare con rabbia verso Sommer. Se vogliamo, la foto del primo tempo è Nandez contro tutti. Solo l’Inter può rimettere in partita il Cagliari, se si mette a speculare esageratamente nella gestione, se rallenta e smette di ripartire. E, in parte, i nerazzurri lo fanno consentendo ai sardi un orgoglioso finale di partita, animato dal vivacissimo Luvumbo, un altro 2002, che mette in crisi la retroguardia di Inzaghi con la sua velocità. Il ragazzo angolano chiede un rigore al 41’ dopo aver incrociato Bastoni e Cuadrado e innesca il pericolo maggiore per i suoi: una conclusione di Azzi che Sommer disinnesca sdraiandosi bene sul suo palo (45’).