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"Alla ripresa, dopo la pausa nazionali, Inzaghi è atteso dalla battaglia stellare nello Stadium bianconero, da due successive trasferte toste (Napoli, Lazio), separate dalla visita dell’Udinese rifiorita che ha già vinto a Milano con i cugini rossoneri. Cime dolomitiche, ma Simone è sereno, perché ha portato l’Inter nelle condizioni migliori al momento giusto: miglior difesa e miglior attacco. Un gol subito in meno (6) del celebrato bunker juventino, 10 gol fatti in più (29-19). Sommer ha 8 clean sheet. Nei 5 campionati top, solo il Nizza (9) ha fatto meglio. Nei campionati da 3 punti, solo una volta (2019-20) l’Inter ha raggiunto i 31 punti nelle prime 12 giornate: 7 in più della stagione scorsa. Inzaghi ha il bomber del torneo, Lautaro (12), che ieri ha cercato con accanimento vano il 13°. Vlahovic e Chiesa hanno segnato un terzo (4), meno di Calhanoglu (5). Questi numeri, ma soprattutto la qualità di gioco che anche ieri l’Inter ha prodotto con naturalezza, scavano un fossato tra le due squadre superiore ai 2 punti della classifica. Ma i punti bisogna farli e la Juve sa farli a modo suo, legittimamente. In una partita secca, tutto può succedere. L’impazienza per Juve-Inter del 26 novembre è già cominciata".
"S’intuisce subito che per l’Inter non sarà facile. Non deve abbattere un muro, deve superare una squadra venuta a San Siro per giocarsela. Le due linee della mediana frusinate (3-4-2-1) fanno un buon filtro alla difesa, ma sono anche una fabbrica di palleggio e un trampolino di partenze. Non è un caso che il primo tiro in porta lo faccia l’ambizioso Frosinone (17’) con il vispo Soulé e non è un caso che il primo dell’Inter, un minuto dopo, arrivi in contropiede: Dimarco, Barella, Lautaro e paratona di Turati. L’Inter fa la partita, ma il Frosinone riparte appena può. Il gioco di Inzaghi scorre fluido e non finisce in gol per difetti minimi di rifinitura. L’incursore Barella, per due volte, arriva a pochi centimetri da assist serviti da Dimarco e Mkhitaryan. Si sa, la differenza tra un gol e un’occasione si misura in centimetri. La partita scivola combattuta e piacevole fino al 43’, quando Dimarco salpa per l’ennesima volta dalle sue zolle mancine e disegna un arcobaleno di quasi 60 metri che spiove in rete. Ha trovato l’America. Inter in vantaggio con merito all’ora del tè".
"Neanche il tempo di posare la tazzina e i nerazzurri raddoppiano. Dimarco, un pozzo di rifornimenti senza fondo, mette in azione Thuram che serpeggia in area come un ballerino, alla faccia della sua mole, e viene abbattuto da Monterisi. Calha parcheggia in rete l’11o rigore consecutivo. Il record in Serie A (19) appartiene all’ex interista Boninsegna che oggi compie 80 anni: ecco il regalo. Il Frosinone non si arrende e continua a giocare, attaccando con molti uomini. Di Francesco dà coraggio con due cambi. Cheddira entra e colpisce il palo (12’), assistito dal bravo Soulé; Marchizza fa volare Sommer (19’). L’Inter gestisce e Barella sfiora il terzo, imbeccato da chi? Dimarco, of course . Inzaghi manda a riposare Dumfries, Mkhitaryan e Thuram. Poi l’ovazione per Dimarco. Se il tecnico voleva leggere la partita come test, sulla strada di Juve-Inter, può essere soddisfatto. Ma ora: palla alle nazionali. Una buona notizia per Spalletti: accoglierà a Coverciano i migliori Dimarco e Barella della stagione".
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