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Forse la colpa più grave. «Io so insegnare solo un tipo di calcio, offensivo». E ieri ha ribadito: «Andrò a cercare i giocatori più adatti alle mie idee». Il buon sarto taglia il vestito sulle caratteristiche del cliente, non glielo impone. Il buon ct considera i giocatori migliori che ha a disposizione e sceglie il tipo di calcio in base alle loro caratteristiche. Deve adattarsi lui. Non il giocatore. Togliere i riferimenti e le conoscenze di club, guasta la naturalezza del gioco: è successo a Dimarco e ad altri. Spalletti ha scelto un calcio troppo ambizioso, cerebrale, per il poco tempo a disposizione a Coverciano. E quando in Germania ha cominciato a ballare tra difesa a 3 e a 4 e a fare uno zapping tattico isterico, la squadra è andata definitivamente in confusione. Vero che altri (Mancini) hanno avuto a disposizione anni di istruzione, ma proprio per questo avrebbe dovuto semplificare e dare ai giocatori più certezze possibili, a costo di rinunciare ai propri dogmi. Ieri Spalletti ha scaricato gran parte dei problemi sulla condizione atletica e sulle fatiche del campionato. Peccato che ieri ci abbia sentenziato Freuler che, come altri bolognesi della Svizzera, frequenta la Serie A dei nostri e ieri correva come un treno. Xhaka ha disputato la finale di Europa League con l’Atalanta, quindi è arrivato in fondo a tutte le manifestazioni. Eppure vola. La verità è qualcosa è andato storto nella preparazione a Coverciano. L’infortunio di Barella probabilmente c’entra. Ieri eravamo vuoti e fermi.
L’Italia di Mancini zampillava allegria, grazie a tipi di spirito come Florenzi, e carisma, grazie a tipi come Bonucci e Chiellini. L’Italia di Spalletti è apparsa subito triste, poco empatica. Ieri, dopo il disastro, in pochi ci hanno messo la faccia. Piuttosto che requisire playstation e imporre regole rigide, forse il ct avrebbe dovuto coltivare di più la leggerezza e dotare il branco di qualche leader in più. Per dire, Enzo Bearzot scelse di persona la famosa giacca a strisce bianche e azzurre di Spagna ’82: «Così, anche se ci massacrano di critiche, i miei ragazzi sembreranno allegri come in vacanza al mare…». In Germania vestivamo il nero Armani".
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