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Garlando: “Lautaro, luna cattiva al Mondiale: ma non è tagliato fuori perché…”

Marco Astori

L'analisi del giornalista: "Messi, che ha un legame solido di stima e amicizia con Lautaro, è stato il primo a provare a risvegliarlo"

Tra le pagine dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, giornalista, ha parlato così di Lautaro Martinez e della crisi del gol che sta affrontando al Mondiale: "A un certo punto del secondo tempo di Argentina-Australia, Lautaro Martinez si ritrova davanti alla porta, leggermente defilato a sinistra. Gliel’ha spalancata Leo Messi. Con un comodo destro a giro sul palo più lontano, sarebbe gol sicuro. Il maldestro portiere Ryan non ci arriverebbe mai. Invece il tiro si perde alto, impazzito, come un palloncino bucato. Il Toro cerca la zolla traditrice e la insulta. Mette fuori un’altra buona occasione e due gliene scherma il portiere. Comunque, quattro palle-gol nitide sprecate.

La conferma di una cattiva luna che lo sovrasta dall’inizio del Mondiale. Contro l’Arabia Saudita due gol sbandierati via per fuorigioco microscopici; male con il Messico; in panchina e uno spezzone anonimo con la Polonia; il poker di stecche contro l’Australia. Julian Alvarez, l’Araña, il Ragno, gli ha rubato i gradi di titolare e lo ha superato nel minutaggio: 208’ a 183’. Al confronto di Lautaro, sembra Gastone accanto a Paperino. Gli riesce tutto.

Questo non vuol dire che Lautaro sia tagliato fuori. E’ vero che il Mondiale fa di questi scherzi, tipo Italia ’90: tutti gli occhi addosso a Vialli e poi l’eroe diventa Schillaci. Ma è anche vero che un Paolo Rossi può sbagliare le prime quattro partite e poi trasfigurarsi nel totem del trionfo dalla quinta in poi. La prossima del Toro di Bahia Blanca sarà la quinta. Scaloni non lo ha mollato. Non dimentica che l’imbattibilità delle 36 partite di fila, la Coppa America e la Finalissima sono arrivate anche grazie al lavoro e ai gol del Toro che è il cannoniere della sua gestione (21 gol). Infatti nelle due partite in cui lo ha messo in panca, lo ha sempre fatto entrare, per tenerlo acceso. Come ha fatto con Romero e Gomez, bocciati e poi rilanciati.

Se l’attaccante interista avesse sfruttato una delle quattro ghiotte occasioni, lo avrebbe già recuperato. Scaloni ne ha bisogno perché sa che la generosità del giovane Alvarez non basta. Lautaro porta in dote un mestiere in area di rigore e un’esperienza internazionale maturata in Champions che il tenero Ragno non può ancora avere. Julian gol sontuosi come quelli ad Anfield o al Camp Nou deve ancora segnarli. Anche per questo, nel finale di Argentina-Australia, Messi, che ha un legame solido di stima e amicizia con Lautaro, è stato il primo a provare a risvegliarlo, cercandolo e servendogli palloni su palloni. La Pulce sa bene che nelle partite più calde che verranno ci sarà bisogno dell’esperienza e del mestiere del Toro che, quanto a disponibilità al sacrificio e spirito di squadra, non è secondo a nessuno. Leo lo ha garantito a fine partita: «Lautaro vive per il gol. Giocherà altre partite e li farà».

Questo sofferto inizio di Mondiale è l’eccezione di una prima parte di stagione più che positiva per Lautaro che ha trascinato l’Inter: 7 gol in 15 partite, più il gol e la prestazione dominante di Barcellona. In Serie A è rimasto in campo per 1.219’, molte le partite ravvicinate. Si è portato in Qatar un certo carico di stanchezza fisica e mentale. Ma questa non è la lotta tra il Toro di Bahia Blanca e il Ragno di Calchin. Esattamente il contrario, è l’alleanza di due ragazzi di provincia che tireranno un po’ per uno, come ciclisti in fuga, per portare l’Argentina in cima al mondo, ispirati dalla magia unica di Messi. Saranno decisivi entrambi, prima o poi, a prescindere dai gradi di titolare. Anche perché Scaloni si è dimenticato a casa il Cholito Simeone e altri mestieranti del gol, in rosa, non ce ne sono".