Del ritorno di Romelu Lukaku all'Inter e dell'apporto che il centravanti belga potrà dare alla squadra di Inzaghi ha parlato il giornalista Luigi Garlando a La Gazzetta dello Sport:
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Garlando: “Lukaku riporta gol e carisma. Ma con Inzaghi dovrà imparare cose diverse”
I tifosi che ieri lo hanno braccato al Coni, per le visite mediche, e che gli hanno urlato «ti amo», lo hanno già perdonato. Gli altri lo faranno ai primi gol e ai primi inchini. Per costituzione, l’affetto calcistico è materno, votato alla massima comprensione. Romelu Lukaku è tornato. Ma aspettarsi che tutto torni magicamente come prima è sbagliato, anche se il calendario del prossimo campionato ha istigato il dubbio. L’Inter debutterà contro il Lecce, esattamente come nel torneo 2019-20: 4-0 e primo gol di Big Rom.
Lukaku dovrà rimontare la fetta di popolo che non ha ancora dimenticato l’addio in un momento di vulnerabilità della squadra, abbandonata anche da Conte e Hakimi. Tecnicamente l’Inter ritrova tantissimo, a cominciare dai gol: nel biennio 2019-21 il Gigante Buono ne ha segnati 64 in 95 match, più di mezzo gol a partita.I nerazzurri tornano a sognare notti di Lu-La piena.
Ma Lukaku è tanto anche senza gol: riempie l’area, come Dzeko, regista offensivo, non faceva spesso e, soprattutto, offre un contributo al pressing molto più fisico e dinamico del bosniaco. Lo rivedremo ancora rincorrere i terzini fino all’area di Handanovic. Più in generale, la sua prepotenza atletica e agonistica trasmetterà fiducia ai compagni e inquietudine alle difese nemiche, come nel biennio 2019-21. L’Inter ritrova un totem carismatico, l’anti-Ibra, un trascinatore in battaglia, prezioso soprattutto quando il mare è in tempesta. Inzaghi completa l’arsenale con un’arma che non aveva, ma è anche vero che Lukaku trova un’Inter diversa. L’abbiamo detto: questo è un altro film. Big Rom arriva in una squadra che gioca molto meglio di quanto giocasse la sua.
L’insegnamento di Simone e il felice innesto di Calhanoglu hanno reso l’Inter più dominante, attraverso il possesso e la costruzione collettiva. Ora la squadra ama salire palleggiando e lancia meno di prima. Lukaku non torna da salvatore della patria, padrone assoluto dello spartito tattico, dovrà adeguare le sue caratteristiche a un organismo sano che già funziona. Dovrà giocare di più con la squadra, meno sulla profondità, dovrà far fruttare i suoi progressi tecnici. Certi automatismi resteranno validi, tipo: Lukaku e Lautaro posizionati in verticale, il primo la lascia sfilare e si volta per ricevere, il secondo fa da sponda. Ma, al di là delle vorticose ripartenze, Big Rom dovrà imparare e fare cose diverse da prima, dovrà crescere insieme alla nuova Inter, soprattutto se Marotta riuscirà a comporre un tridente da sogno con Dybala e serviranno altri equilibri.
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