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Garlando: “Piero e Marco come Starsky & Hutch. Tifosi conquistati. Se l’Inter vincerà …”

Puntuale arriva il commento dell’editorialista della Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, sul mercato dell’Inter: “Li immaginiamo spalmati in spiaggia da qualche parte, stanchi come maratoneti che hanno appena attraversato il deserto. Piero...

Riccardo Fusato

Puntuale arriva il commento dell’editorialista della Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, sul mercato dell’Inter: “Li immaginiamo spalmati in spiaggia da qualche parte, stanchi come maratoneti che hanno appena attraversato il deserto. Piero Ausilio e Marco Fassone, eroi non per caso di questo calciomercato. Da lontano li puoi anche confondere, per la figura minuta e la pelatina alla Cambiasso. Ma anche da vicino, per l’eleganza dei modi, non comune nell’arena dei Raiola.

Ausilio, promettente mediano della Pro Sesto, che già nel cognome tradiva la disponibilità al soccorso, lo è stato per davvero un Cambiasso. Fassone invece studiava le belle lettere prima di sterzare di brutto verso il marketing. Ad accomunarli è stato anche lo sforzo comune di uscire da un cono d’ombra. Per Ausilio è stata la sagoma lunga di Marco Branca, l’architetto del Triplete, il cocco di Moratti, che lo sovrastava con il suo incedere da modello di Armani e i suoi Borsalino fatali. Piero, con l’orgoglio del draghetto Grisù, si ripeteva: «Da grande voglio fare il ds!» Ma da solo, in prima persona. E c’è riuscito a tutto tondo.

Fassone, nato a 10 km da Villar Perosa, doveva emanciparsi dal suo passato juventino che la curva di San Siro gli ha rinfacciato spesso. Piero e Marco hanno conquistato definitivamente il popolo nerazzurro con quest’estate massacrante, passata più in cielo che in terra, in missione perenne con occhiali scuri da spie. Mancini chiedeva loro di comprarne una decina, Thohir di venderne una ventina. «Compra!», «Vendi!», «Compra!», «Vendi!».

Piero e Marco si addormentavano con le orecchie piene di grida da antica Borsa. Mica uno scherzo vendere Schelotto e Nagatomo, mica facile strappare Yaya Tourè a uno sceicco. In un circo di nababbi, che spende 80 milioni per un Martial, dovevano spiegare, quasi sempre: «Prestito. Pagheremo più in là...». Dovevano strappare fiducia. Fassone ha lavorato alla Galbani, che «vuol dire fiducia». Marco e Piero, con la caparbietà di testimoni di Geova, hanno bussato a mille porte, tante ne hanno prese in faccia.

Hanno agito coordinati come Starsky&Hutch: Piero in pressing su Eder e Ljajic, Marco a rifinire Perisic. Alla fine la missione è riuscita alla grande. Magari è sfuggita qualche prima scelta, ma sono stati coperti tutti i ruoli richiesti dal Mancio che ora può educare il suo calcio: 8 titolari su 11 nuovi di pacca. Marco e Piero hanno comprato bene e venduto meglio, riducendo il passivo a 7,5 milioni contro gli oltre 60 di Milan e Juve. I guru Marotta e Galliani nel mirino dei tifosi, per Ausilio e Fassone solo riconoscenza. Santon è l’unico italiano titolare, in società pochi sono scampati all’internazionalizzazione di Thohir. Bolingbroke e Williamson, barbette da Silicon Valley, faranno certamente fruttare il loro prezioso know how, ma se l’Inter tornerà grande, interisti, non dimenticate l’estate da maratoneti di questi due ometti italiani. Marco e Piero".