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L’arrivo di Frattesi, strappato al Milan, ha incattivito la mediana in zona gol. L’ex Sassuolo, corteggiatissimo, in fase di piena maturazione umana e tecnica, permette a Inzaghi una diversa interpretazione tattica, parallela a quella sperimentata a giugno dal c.t. Mancini: dal doppio play (Jorginho-Verratti, Brozo-Calha) al doppio incursore: Barella-Frattesi. Significa aggredire l’area avversaria con maggiori bocche da fuoco, stendere una falange offensiva che comprende esterni d’attacco, incursori interni e punte.
Lo stesso, discusso, ingaggio di Cuadrado è funzionale al piano, sia perché immette cross e penetrazioni, sia perché sa dare equilibrio a una squadra programmata per attaccare in massa. Senza dimenticare che Barella e Frattesi sono incursori che lavorano senza palla, in copertura, non meno che con la palla. Il centrocampo nerazzurro è già fortissimo. Il talentino Samardzic coprirebbe l’unica funzione scoperta: quella di un rifinitore dal ricco bagaglio tecnico, capace di accendere l’idea decisiva o trovare la porta sulla trequarti.
Può fare la mezzala a destra, accentrandosi per liberare il mancino. Meglio se coperto da un esterno tattico: a Udine era Pereyra. Ha il lancio per scatenare la corsa di Dimarco sul lato opposto. Ma Inzaghi può anche educarlo da play centrale: ha qualità e la sfrontatezza per uscire in dribbling dalla pressione. Potrebbe far innamorare i tifosi che, dopo Sneijder, non hanno più avuto un vero giocoliere tecnico di cui infatuarsi. Non abbiamo ancora citato un interno di valore come Mkhitaryan. Per qualità, ricchezza di funzioni e di alternative non c’è in Italia un centrocampo come quello dell’Inter. A parte il portiere e il vice-Lautaro, ruoli non banali, Inzaghi ha quasi tutto. Perfino troppo... Per questo, considerando che l’Inter è disposta a sborsare più di 50 milioni per mettersi in casa Frattesi e Samardzic, a qualche interista ora verrà il timore che Barella, desideratissimo in Premier League, possa finire nel campionato di Tonali.
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