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Garlando: “Skriniar, il no di Zhang cementa l’Inter. Ora tutti sanno che…”

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L'analisi del giornalista: "Steven Zhang ha respinto l’assalto del Psg, pronto a salire ben oltre i 50 milioni per Milan Skriniar"

Marco Astori

Tra le pagine dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, giornalista, ha analizzato così la scelta dell'Inter di togliere dal mercato Milan Skriniar: "Steven Zhang ha respinto l’assalto del Psg, pronto a salire ben oltre i 50 milioni per Milan Skriniar, e ha tolto ufficialmente il difensore slovacco dal mercato. Il sacrificio di un grande (Dumfries?), dopo quello del giovane Cesare Casadei finito al Chelsea per 15 milioni più bonus, è soltanto posticipato a giugno, entro la chiusura del bilancio? Probabilmente sì. Ma, per ora, stacchiamo gli occhi dalla luna e consideriamo il dito, cioè la ricaduta immediata della decisione, non banale, presa ieri dal giovane presidente dell’Inter.

Una ricaduta sociale e sportiva. Zhang ha fatto quel che doveva per puntellare il mondo nerazzurro che rischiava di implodere su se stesso, dal primo giocatore all’ultimo dei tifosi, per mancanza di fiducia, di entusiasmo e di stimoli. Le partenze della stagione scorsa (Conte, Hakimi, Lukaku) non sono state facili da metabolizzare. Neppure il tempo di festeggiare e la squadra-scudetto è stata smantellata. L’ottimo lavoro di Simone Inzaghi, di Beppe Marotta e l’orgogliosa reazione del gruppo hanno generato comunque un’ottima stagione, coronata da due trofei e da un secondo posto in campionato.

I tifosi hanno accompagnato con passione il nuovo corso riempiendo sempre San Siro. Poi hanno visto partire Ivan Perisic, il migliore della stagione scorsa, e tornare in prestito Romelu Lukaku, il Gigante Buono dello scudetto, cui non tutti hanno perdonato un addio sgraziato. Hanno visto sfumare la suggestiva ipotesi Dybala, che ha incendiato subito la Capitale, ma hanno confermato la fiducia al progetto tecnico abbonandosi in massa: 41.000, più di tutti. Stasera per il debutto contro lo Spezia ci sarà un tutto esaurito da 78.000 anime.

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Nelle ultime settimane però lo scenario è cambiato. Mentre tutte le grandi si affannavano al mercato per comprare, l’Inter trattava la vendita della sua colonna difensiva, il leader che trasmette ferocia e motivazioni per contagio. Mentre in ogni piazza del campionato si festeggiavano i nuovi acquisti (ultimo Raspadori a Napoli, giovedì) e i tifosi della Juve si preparavano ad accogliere Depay, dopo Pogba, Di Maria e Kostic, quelli nerazzurri si sentivano come i bambini che a Natale non hanno regali da scartare. Anzi, gli vendono pure i giocattoli vecchi… Gli abbonati rischiavano di aver acquistato uno spettacolo e vederne uno inferiore.

La decisione di Zhang ha evitato lo scollamento sociale della proprietà dal suo popolo. E ha dato forza a Simone Inzaghi che ha carattere diverso da Antonio Conte e difficilmente sarà protagonista di una scenata plateale tipo Dortmund. Ma in quel secco «deve», pronunciato alla vigilia di Lecce («La squadra deve restare com’è»), c’era la stessa frustrazione del predecessore nella conferenza tedesca, quando lamentava carenza di uomini e chiedeva alla dirigenza chiarezza di programmi e ambizioni. Se Zhang avesse snobbato quel «deve» e venduto Skriniar, avrebbe delegittimato il suo allenatore, anche agli occhi della squadra. E avrebbe indebolito una difesa che nelle prime 6 partite della stagione ha sempre preso gol (11), anche dal Lugano.

Ora invece, dopo il «non si vende» di Zhang, tutti, anche la concorrenza, sanno che l’Inter si giocherà lo scudetto al massimo delle sue potenzialità. Con un allenatore ancora più autorevole che oggi sogna di festeggiare il rispetto del suo «deve>» in un modo preciso: vittoria sullo Spezia con primo clean sheet stagionale e notte solitaria in vetta alla classifica, contando sul pareggio tra Torino e Lazio che s’incrociano a quota tre".

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