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Garlini: “Rivoluzione Mazzarri. Non cerca il campione affermato ma…”

Riccardo Fusato

Oliviero Garlini non si sbilancia. Intervistato da Sportal.it, l’ex attaccante di Inter e Atalanta non ha scelto una favorita per la vittoria. Secondo il “Bomber vero” quella di stasera all’Atleti Azzurri d’Italia...

Oliviero Garlini non si sbilancia. Intervistato da Sportal.it, l'ex attaccante di Inter e Atalanta non ha scelto una favorita per la vittoria. Secondo il "Bomber vero" quella di stasera all'Atleti Azzurri d'Italia sarà "una partita molto difficile. L'Atalanta non dovrà lasciarsi intimorire, dovrà attaccare e stare attenta alle ripartenze dell'inter. Sarà sicuramente una bella sfida".  I milanesi non portano a casa i tre punti dalla trasferta bergamasca dalla stagione 2007-2008 e l'intenzione di sfatare il tabù Atalanta è più viva che mai. La "rifondazione Mazzarri" è stato un toccasana e secondo Garlini la base del cambiamento è la fiducia nei giovani: "Il programma del nuovo allenatore è basato sulla crescita e la valorizzazione dei ragazzi, più che su nomi affermati. Non cerca il campione indiscusso ma quello da coltivare". Un nome importante che mancherà è quello di Diego Milito: "È un giocatore trainante, sotto tutti i punti di vista - ha spiegato Garlini -. La sua assenza davanti è pesante". L'ex attaccante ha fatto il punto della situazione della squadra bergamasca: "L'Atalanta è in crescita, a prescindere della sconfitta nell'ultima partita contro la Sampdoria, dopo un inizio di campionato in sordina. Sta facendo delle prestazioni eccellenti che rispecchiano il carattere dell'allenatore. Se vedo Colantuono in una big? Sì, è un grande motivatore che predilige giocatori di esperienza. Secondo me è pronto per allenare una grande squadra... Beh che anche l'Atalanta lo è". Giacomo Bonaventura è un giovane con buone prospettive davanti a sé: "È uno dei giovani migliori, se non il migliore, dell'Atalanta. La sua crescita è stata voluta e programmata da Colantuono. È un giocatore completo, pronto al salto di qualità". Comprato dall'Inter nel 1986 per 1,3 miliardi e passato ai bergamaschi nella stagione successiva, Oliviero "il bomber vero" non ritiene di aver lasciato eredi con le sue stesse caratteristiche: "Non riesco a rivedermi in un giocatore in attività. Il paragone è molto difficile, d'altronde il calcio è cambiato molto".