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Gasperini: “Sono buono con i buoni e stronzo con gli stronzi. Flop Italia? Spalletti…”

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"Un’altra cosa che mi fa andare fuori di testa è la simulazione", aggiunge poi Gian Piero Gasperini al CorSport
Matteo Pifferi Redattore 

Intervistato dal Corriere dello Sport, Gian Piero Gasperini ha parlato così del rapporto con gli arbitri ma anche del flop dell'Italia ad Euro 2024:

«Incazzoso, boh, non sempre. Come ho già chiarito, sono stronzo con gli stronzi e buono con i buoni. Ecco, non sopporto i soprusi, le ingiustizie. Sono poco diplomatico».


Gasperini: “Sono buono con i buoni e stronzo con gli stronzi. Flop Italia? Spalletti…”- immagine 2

Se ne sono accorti gli arbitri.

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«Dopo tutto quello che ho dovuto mandare giù… Le cose però sono migliorate, mi sono vaccinato. Da un certo punto di vista anche loro hanno imparato a conoscermi, si rapportano in modo diverso. Qualche anno fa ci sono state troppe cose, comunque devo ammettere che il loro è diventato un mestiere impossibile, colpa del regolamento che troppo spesso non è chiaro».

Volutamente?

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«Questo non lo so, ma sui contatti e i falli di mano non si capisce più nulla. Troppe interpretazioni dissimili e notevoli diversità tra il campo nazionale e quello internazionale. In serie A e nelle coppe si giocano due differenti sport. Prendi l’Europeo, il Var è intervenuto pochissime volte, mentre da noi arbitra spesso. Le decisioni del Var vanno disciplinate una volta per tutte. Aspetta, un’altra cosa che mi fa andare fuori di testa è la simulazione».

Gasperini: “Sono buono con i buoni e stronzo con gli stronzi. Flop Italia? Spalletti…”- immagine 3

Chiesa e Immobile lo ricordano bene.

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«La simulazione eclatante, il giocatore che si tuffa senza essere stato nemmeno toccato mi fa incazzare di brutto. Questo è barare, il simulatore bara. Le mie non furono proteste contro la persona».

L’ultimo Europeo per noi è stato addirittura depressivo. Cosa ne pensi?

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«La penso come tanti altri. È mancata la squadra, Spalletti non è riuscito a trasmettere certi princìpi, le ragioni può conoscerle soltanto lui. L’Italia era scarica, svuotata. La delusione principale è stata questa, perché le nostre nazionali si sono sempre distinte per solidità, senso del gruppo. Non abbiamo mai avuto i Pelé, i Maradona, i Cruijff, i Messi, però gli ottimi giocatori non sono mancati. I nostri Palloni d’oro si chiamano Rivera, Rossi, Baggio, nel 2006 l’hanno dato a un difensore, Cannavaro, in quella squadra c’erano Iaquinta, Camoranesi, Gilardino, Oddo, Grosso, Perrotta. Noi italiani siamo così, dopo una delusione butteremmo tutto a mare. Dovremmo invece ripartire dalla lezione subita. E dai vivai, certo. L’80 per cento dei giovani italiani gioca a calcio e se non riusciamo a farli crescere e a portarli in prima squadra è il sistema che è sbagliato».

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