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Gian Piero Gasperini, intervistato dal Giornale, sta facendo molto bene in quella che da tanti è stata ribattezzata l'Atalanta dei giovani (Kessié, Caldara, Petagna). Alla domanda relativa all'esperienza all'Inter il tecnico risponde così: «Di Moratti, per favore, non vorrei più parlare. Sono rimasto troppo poco, non potevo far danni all’Inter. Sono loro che hanno fatto danni a me. Ricominciare è stato difficile, devo ringraziare il Genoa e il presidente Preziosi».
Sogna di allenare il Manchester United di Best, l’Ajax di Cruijff, il Barcellona di Messi? «Il Barça, tutta la vita. Sia chiaro: sono tre squadre immense, ma quello che ho visto nello stadio del Barcellona è unico. Ho visto il “Camp Nou” pieno anche per una partita contro la terz’ultima in classifica e ho visto i tifosi applaudire anche dopo una sconfitta, soddisfatti di aver assistito a una bella partita. Ecco, questo è il mio calcio preferito». Quindi vuole allenare Messi? «Sbagliato. Non prendetemi per pazzo, io sono l’uomo più felice del mondo nell’allenare i giocatori dell’Atalanta». Tra Messi, Cruijff e Best chi sceglierebbe? «Avrei scelto Cruijff, sempre. Era un vero uomo squadra, un capitano, è stato anche uno straordinario allenatore. Con lui tatticamente c’era da divertirsi. Messi è grandissimo, ma quando gioca lui lo schema è scontato. Palla a Messi e grande abbraccio collettivo. Nel senso: gli dai la palla e puoi già iniziare a festeggiare, perché sai che lui segnerà».
Mercato di gennaio, la Juventus vuole Kessié e Caldara? «Intanto spero sia una vera opportunità e non parlo dei casi appena citati. Il calcio certe volte è strano: prendono giovani per strapparli alla concorrenza e poi li dimenticano in panchina. Ma so che l’Atalanta, se vorrà vendere qualcuno, lo farà per reinvestire. Ci chiamavano il Leicester d’Italia, ma noi sappiamo che qui, con la ripartizione dei diritti tv, tutto è diverso. Il nostro obiettivo è semmai cambiare fascia, non partire più con l’unico obiettivo della salvezza. Si può fare. Percassi è un presidente speciale, basta vedere come hanno costruito questo centro sportivo».
(Il Giornale)
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