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Gasperini: “Inter la più forte. Juve, Milan e Napoli meno distanti di quanto dice la classifica”

Andrea Della Sala Redattore 
Il tecnico dell'Atalanta, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato della sua squadra e del prossimo campionato

Il tecnico dell'Atalanta Gasperini, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato della sua squadra e del prossimo campionato

Se lo sentiva che gli imbattuti erano battibili, vero? 

"Sapevo che avremmo potuto metterli in difficoltà. Ho studiato molte partite del Bayer Leverkusen. Non sono abituati ad essere aggrediti come facciamo noi. Avevamo le caratteristiche giuste per farli giocare male. Anche se contro squadre così metti in preventivo di prendere gol". 

L’Europa ha celebrato la bellezza del vostro calcio. 

"E’ sempre stato il mio obiettivo: il risultato attraverso il gioco, con giocatori tecnici. Ne sono sempre stato straconvinto: chi gioca bene, ha più possibilità di vincere. Molti pensano il contrario, che la bellezza ostacoli il risultato: un luogo comune assurdo. Io ho fatto tanti risultati: a Crotone, a Genova, a Bergamo. Se non fai risultati, non ti riconoscono la qualità del gioco". 

Quando si è convinto che De Ketelaere è un attaccante? 

"Subito. L’ho sempre pensato: più sta lontano dalla porta, più è in difficoltà. Qualche volta ci discuto ancora perché ama arretrare per legare il gioco, ma lui deve fare l’attaccante. Che significa: fare gol o farli fare. Infatti li fa. Per fortuna ha ancora una bella evoluzione davanti". 


Che stagione è stata? 

"Inimmaginabile. Nel girone di andata giocavamo in modo un po’ utilitaristico, l’espressione tecnica non mi soddisfaceva. Abbiamo proceduto ad alti e bassi per cercare di migliorare, poi abbiamo trovato continuità. La coppa ha fatto la differenza". 

Ora vi chiedono la scudetto... 

"Per lo scudetto mancano 25 punti, un abisso. Lo scudetto si vince sopra i 90 punti, due volte ne abbiamo fatti 78, quest’anno se va bene chiudiamo a 72. Finora il nostro target è stato quello. Aggiungere 15 punti non è poco, anche con qualche sconfitta in meno. Oggi per fare il salto di qualità e vincere, devi perdere a livello economico. L’Atalanta non può permetterselo. Noi i giocatori li vendiamo e se vendo un Koopmeiners, non è facile trovarne un altro. Vendendo non ti rinforzi, al massimo riparti. Le squadre che vincono gli scudetti aggiungono, non tolgono, a gruppi già forti".

Lei ai Percassi ha chiesto di aggiungere? 

"Io sto pensando a come migliorare la squadra. Noi siamo stati bravissimi, i più bravi, ma non i più forti. Quanto a forza, possiamo migliorare. Compatibilmente con le disponibilità del mercato e le offerte che arriveranno. Come per Hojlund".

Thiago Motta, uno dei suoi, è pronto per la Juve? 

"Ha fatto un lavoro straordinario e fatto vedere qualcosa di nuovo, in particolare nell’organizzazione dell’uscita dal pressing alto. Conosce il calcio benissimo, già da giocatore era un professore, non veloce di passo, ma di pensieri. Lo vedevi e dicevi: “Io farei questo”, e lui lo faceva. Ha avuto Guardiola e Mourinho, ha giocato nel Paris Saint Germain, oggi può mescolare tutte queste culture".

Il campionato che verrà: l’Inter ha già vinto?

"E’ avanti, è la più forte. Ma Juve, Milan e Napoli sono sempre nelle condizioni di alzare il livello, con qualche pezzo giusto. Sono meno distanti di quanto ha detto l’ultima classifica e quando le affronto ho ancora la sensazione che abbiano qualcosa in più. Il compito dell’Atalanta è cercare sempre di prendere il posto di qualcuno che sta più in alto e ha dei problemi: possiamo arrivare terzi per la quarta volta e due volte abbiamo perso il secondo posto all’ultima giornata. Vuol dire che siamo stati i più bravi, non i più forti".

Gasperini, Bergamo può stare tranquilla? Resterà a lungo? 

"Non ho ancora rinnovato il contratto con l’Atalanta perché per me è più importante capire se siamo ad un punto di partenza o di arrivo. Se nei prossimi campionati vogliamo fare qualcosa di più e se per l’Atalanta io sono ancora un riferimento, ok, va bene. Se c’è un progetto per i prossimi due-tre anni, mi interessa. Una situazione tampone, precaria, non mi serve, vado a scadenza e buonanotte. Ma la questione 2026 o 2027 la risolveremo. Con me la famiglia Percassi è sempre stata di una generosità assoluta. L’urgenza, adesso, è fare la squadra più forte".