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In vista della sfida contro il Napoli, il tecnico dell'Atalanta Gasperini è tornato a parlare della sua esperienza all'Inter, spiegando come all'epoca i nerazzurri non fossero un top club:
"Rammarico per non essermi affermato in una big? No, perché io una grande non ho mai avuto la possibilità di allenarla. Nella mia carriera sono stato 3 giornate sulla panchina dell’Inter che in quel momento era una grande... decaduta, poi finita ancora più in basso. Allora aveva solo milioni di tifosi e un’enorme rilevanza mediatica, il resto no. Il mio lavoro non l’ho neppure iniziato perché non me ne hanno dato il tempo, ma il passato... è passato. Mi consolo con il fatto che sono arrivato davanti ai nerazzurri sia con il Genoa sia con l’Atalanta".
RETROSCENA NAPOLI - "Nel 2011 prima di firmare per l’Inter ho incontrato nei suoi uffici a Roma De Laurentiis. Quella con lui e Chiavelli è stata una chiacchierata piacevole: ho avuto l’opportunità di conoscere due ottime persone che ho rivisto nelle stagioni successive da avversari. De Laurentiis è un vincente: ha preso il Napoli in C e lo ha portato a lottare per lo scudetto. Per lui parlano i risultati".
POSIZIONE FINALE IN CAMPIONATO - "Davanti all’Inter è difficile… Mettiamola così: dopo il quarto posto della passata stagione, il sesto quest’anno sarebbe come vincere lo scudetto. All’Atalanta, ma anche al Genoa quando lo allenavo, tagliare un traguardo prestigioso non ti fa acquisire nessun diritto perché il sistema del calcio italiano è poco meritocratico e la distribuzione delle risorse non è equa. Sarri ha ragione quando parla di fatturato diverso tra il Napoli e la Juve, ma lui è già... in una posizione privilegiata . Io cosa dovrei dire?".
CALO GIOCATORI LONTANO DA BERGAMO - "Se alludete al fatto che sono io il loro segreto, vi sbagliate. Kessie è forte, giovane e non mi sembra il peggiore finora nel Milan. Anzi... Gagliardini ha avuto gli stessi alti e bassi dell’Inter e Conti è stato sfortunato perché aveva iniziato la stagione alla grande. Sono ragazzi di qualità come quelli che abbiamo ora".
(Corriere dello Sport)
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