- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Skysport
Intervenuto ai microfoni de Il Mattino, Gennaro Gattuso, ex tecnico del Napoli, ha parlato così del prossimo campionato di Serie A: «Quest'anno sarà proprio un gran bel campionato. Anche difficile. Le big hanno cambiato quasi tutte in panchina. Entrano in scena personaggi di primo piano. Tecnici che hanno vinto».
Si riferisce a Mourinho, Allegri e Sarri?
«Anche a Spalletti e Inzaghi. In A c'è il top. Ci divertiremo. Mi aspetto grande competitività al vertice».
Con tanti cambiamenti è possibile che azzerino in partenza i valori delle candidate allo scudetto?
«Dipende. Il ritorno di Max alla Juve significa molto: l'allenatore giusto per ripartire. Ma vedrete che anche la Lazio e la Roma potranno recitare da grandi. Nella Capitale lo spettacolo è assicurato».
Da come parla, la favorita è di nuovo la Juve, però?
«Il mercato è aperto e ancora non ci fa conoscere le rose. La Juve, a prescindere da chi andrà via e da chi arriverà, resta la più forte proprio per la qualità di gran parte dei suoi giocatori. E il ritorno di Allegri sposta parecchio: ha vinto tanto e non solo lì. E conosce l'ambiente».
E la nuova Inter?
«Cambierà poco, il sistema di gioco sarà lo stesso anche dopo l'addio di Conte. Inzaghi è giovane e preparato. Chiaro che un po' di pressione ci sarà: normale se vai ad allenare i campioni d'Italia».
E il suo Napoli?
«Spalletti lo conoscete. È una garanzia. Continuerà il mio lavoro con il 4-2-3-1. È già avanti, insomma...».
Da Mourinho invece che cosa si aspetta?
«La Roma già l'anno scorso mi è piaciuta nella fase offensiva. È mancato, però, l'equilibrio che non ha trovato nemmeno passando a tre in difesa. Ecco, il portoghese può sistemarla tatticamente. In più come motivatore è il numero uno. La sua personalità incide, date retta a me».
Che cosa ha provato vedendo l'Italia vincere l'Europeo a 15 anni dal mondiale che conquistò con Lippi a Berlino?
«Più che felice sono stato orgoglioso. Siamo riusciti a prenderci la coppa non con il nostro stile. Nella finale è stata l'Inghilterra a giocare all'italiana. Mancini ha invece preso una direzione diversa. La sua intuizione è stata sorprendente per noi e per gli avversari. Mai visto in azzurro un centrocampo tecnico come quello con Barella, Jorginho, Verratti, Locatelli e gli altri. Mossa rivoluzionaria e vincente».
© RIPRODUZIONE RISERVATA