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Gattuso: “Milan? Per me era un sogno giocarci: oggi no, manca questo. Le milanesi…”

Dario Di Noi

Alla presentazione della finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan, Gennaro Gattuso ha tirato qualche frecciatina alla sua ex squadra: "Per me era un sogno giocarci, oggi non lo è: manca il senso di appartenenza"

Dagli uffici milanesi della Lega Calcio, due ospiti d’eccezione hanno presentato la finale di Coppa Italia che Juventus e Milan si contenderanno il prossimo 21 maggio. Si tratta di due campioni del mondo, Gattuso (ex Milan) e Cannavaro (ex Juve oltre che Inter). In particolare, è stato l’ex centrocampista (e attuale allenatore del Pisa) a riservare alcune frecciatine al 'suo' Milan.

Queste le sue parole: "Coppa Italia? Per me è stato un orgoglio vincerla, nell’era Berlusconi siamo stati l’unico gruppo a vincerla. Per me è stata una grandissima emozione vincere dei trofei con il Milan. E’ stato il mio sogno fin da bambino vestire quella maglia, e poi ho fatto il lavoro che ho sognato di fare per 14 anni, lo dico sempre, ma è vero: lo avrei fatto anche se avessi guadagnato un decimo di quello che ho guadagnato in carriera. Coppa del Mondo? Abbiamo fatto qualcosa di straordinario, ma adesso abbiamo tutti altre responsabilità. Quando mi alzo al mattino penso alla mia squadra, non a quello che ho fatto dieci anni fa. Inizio carriera? Usavamo i fusti della nafta come pali. C’è un dato che deve far riflettere, oggi i ragazzi giocano 8/10 ore la settimana, noi giocavamo 10 ore in un solo giorno. Oggi in Olanda i ragazzi giocano 24 ore la settimana. Dieci ore sono poche per far emergere il talento, ma i nostri figli sono fenomeni sulla Playstation e con il telefono. Noi invece sapevamo salire sugli alberi a 10 anni, adesso è impensabile. La tecnologia era diversa allora, ma a livello sportivo abbiamo molti meno fenomeni. Milan? La società sceglie i giocatori e l’allenatore decide chi va in campo, ma i giocatori devono dare tutto per il Milan. Per me giocare in quella squadra era un sogno, quando sono arrivato mi sono messo in riga e ho imparato tanto. Sento dire che i giocatori non sono da Milan, ma invece lo sono, non sono scappati di casa. Quello che manca invece è il senso di appartenenza. Se la Coppa Italia può essere un punto di partenza? Vincere aiuta a vincere, il fatto di portare a casa un trofeo è qualcosa di importante, dopo non so cosa succederà (il riferimento è alla cessione del club, ndr), ma credo che il dottor Galliani e il Presidente Berlusconi siano i primi che vogliono riportare il Milan in alto. Conosco bene Galliani, so quanto soffre. Io ho un’idea comunque, per il calcio italiano le milanesi sono fondamentali. Se torneranno grandi anche in Europa avremo tante soddisfazioni. Calcio difensivo? Se lo fanno Simeone e Mourinho la chiamano organizzazione difensiva, lo facciamo noi e lo chiamano catenaccio. Guardiola ha cambiato tutto, tutti i club sono andati a copiarlo e abbiamo perso i nostri punti di forza. E’ un grave errore, la scuola italiana ha 4 Mondiali, qualcosa di buono con il nostro stile lo abbiamo fatto… qualcosa si può cambiare, ma senza abbandonare le nostre origini. Non dobbiamo buttare quello che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni".

(Pianeta Milan)