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La Gazzetta dello Sport dedica un articolo celebrativo alla Juventus, sconfitta in finale di Champions League, mettendo in evidenza il solco che c'è tra i bianconeri e le altre italiane, con toni decisamente eccessivi visto il ko subito a Berlino: "I bianconeri, con la prova di Berlino, hanno spazzato via tutti i dubbi e sono stati ammessi nell’elite del calcio europeo, privilegio che gli altri club italiani sono lontanissimi dall’ottenere. E sotto sotto, ai tifosi juventini non dispiacerà nemmeno tutto il can can delle prese in giro sui social network, i clacson per le strade a salutare la loro sconfitta… significa davvero che agli altri è rimasto soltanto il (legittimo e divertente, peraltro) conforto dello sfottò, della gufata, che è parte ineliminabile della passione calcistica nel nostro Paese. E non solo lì.
La Juve o la ami o la detesti, è normale che quando perde venga dileggiata, con alcune lodevoli quanto rare eccezioni. Ma è l’unica rappresentante credibile del movimento calcistico nazionale all’estero, oggi come oggi. E con Dybala, Khedira e i colpi di mercato che verranno, rischia di allargare ancora di più la distanza con la concorrenza. Intanto, pur nella delusione e nelle lacrime, si gode l’applauso sincero della squadra più forte del decennio, il Barça delle meraviglie. Che dopo il pari di Morata, quando Pogba è andato giù in area, ha sudato freddo. “La vittoria ha molti padri, la sconfitta è orfana”, diceva Keats in un famoso aforisma. Ma di certe sconfitte si può anche andar fieri. Chiedete ad Allegri".
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