ultimora

GdS – Alla scoperta del mistero Gabigol. Il brasiliano arrivato nel momento sbagliato?

In casa Inter, inutile negarlo, c'è il mistero di Gabigol

Riccardo Fusato

In casa Inter, inutile negarlo, c'è il mistero di Gabigol. Pagato 29 milioni e presentato come una star il 22 settembre, Gabriel Barbosa ha giocato 16 minuti più recupero tre giorni dopo, contro il Bologna. Poi è scomparso dai radar. Tutti a chiedersi che fine abbia fatto il 20enne paragonato - con una bestemmia calcistica - a Ronaldo.Troppo violento il salto tra un calcio molto tecnico ma compassato e quello europeo, iper tattico - soprattutto in Italia - e con un’intensità che in Sudamerica si sognano. Qualcuno all’Inter sapeva che anche per Gabigol sarebbe stato meglio ritardare lo sbarco in Serie A. Complice pure un’estate senza respiro, tra fine del campionato, Copa America e Olimpiade. E memore che tutti i brasiliani che hanno sfondato in nerazzurro avevano prima fatto un’esperienza in un altro club europeo. Lo stesso Fenomeno in primis. Alla fine probabilmente ha prevalso la voglia di grandeur di Suning, decisa a presentarsi alla piazza col doppio colpo Gabi-Joao. L’assenza di un progetto tecnico chiaro e i risultati mediocri hanno quindi complicato in modo esponenziale l’inserimento di Gabriel B. Che per motivi finanziari non è stato inserito nella lista di Europa League - sarebbe stata la valvola di sfogo ideale - e che con il tecnico olandese non ha mai trovato il giusto feeling. Al punto che qualcuno lo avrebbe visto piangere dopo che De Boer nelle ultime gare non lo ha nemmeno convocato, malgrado la panchina lunga. Una delle scelte dell’olandese mal digerite dalla dirigenza. Ora è arrivato Pioli, che sta cercando di gestire anche col brasiliano le cose in modo meno traumatico. L’ex Lazio è molto soddisfatto del lavoro di Gabigol durante la settimana, ma con l’impellenza di badare al sodo deve giocoforza affidarsi a gente più pronta. Anche perché forse ci si dimentica che là davanti l’Inter può disporre di gente di livello assoluto. Tutti nazionali, tranne Icardi. Che pure segna ad ogni battito di ciglia. A questo bisogna aggiungere la fragilità della squadra che col nuovo tecnico ha sì imparato ad iniziare bene le gare, ma non ancora a chiuderle. Lunedì per esempio i nerazzurri contro la Fiorentina erano sul 3-0 al 19’ e se non si fossero fatti irretire da un avversario rimasto pure in dieci, nel finale ci sarebbe stato spazio per Gabriel.

(Gazzetta dello Sport)

tutte le notizie di