In questa sessione di mercato, all'Inter, sono arrivati i soli Rafinha e Lisandro Lopez. Le operazioni di mercato dei nerazzurri hanno deluso le aspettative dei tifosi che pensavano a una campagna di rafforzamento più importante e, così, hanno puntato il dito contro la proprietà di Suning. Va detto che, tra i limiti imposti dal governo cinese e quelli del pareggio di bilancio imposti dal FPF, si poteva fare poco e l'Inter ha cercato di ottenere giocatori con il prestito e diritto di riscatto, l'unica modalità consentitale. Dall'arrivo di Suning, però, non si possono non ricordare gli sforzi economici fatti dalla proprietà cinese.
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GdS – Aumenti di capitali, prestiti e sponsorizzazioni: ecco finora l’apporto di Suning all’Inter
Sono 530 milioni di euro quelli finora versati dalla proprietà cinese nell'Inter
Quando Zhang, attraverso la cassaforte Suning Holdings Co., ha rilevato il 68,55% della squadra nerazzurra, il progetto era chiaro: diversificare i propri business e far conoscere il marchio Suning in Occidente in vista di un’espansione nei nostri mercati. Senza considerare il denaro speso per acquistare le vecchie azioni di Thohir e Moratti (128 milioni), dalla fine di giugno 2016 Suning ha cominciato a pompare liquidità nelle casse dell’Inter senza fermarsi, e sotto diverse modalità. Dapprima un aumento di capitale da 142 milioni, quindi una serie di prestiti le cui ultime tranche sono datate luglio-agosto (81 milioni) e novembre (12) per finanziamenti fruttiferi complessivi da 310 milioni. Parliamo di 452 milioni di equity, e non è finita qui. Nella scorsa stagione sono stati attivati diversi contratti commerciali tra l’Inter e società controllate-correlate di Suning, tra naming right della Pinetina e academy in Cina: ai 56 milioni iscritti come proventi nel 2016-17 vanno aggiunti i circa 25-30 di quest’anno. Quindi un’ottantina in totale finora (ma gli accordi valgono fino al 2020). Tra aumenti di capitale, prestiti e sponsorizzazioni l’apporto di Suning nell’Inter ammonta, pertanto, a circa 530 milioni.
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