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GdS – De Boer sta affondando con le sue idee. La difesa alta…

Quello che si palesa dopo la gara contro la Sampdoria è che l'Inter, sia nella confusione più totale

Riccardo Fusato

Quello che si palesa dopo la gara contro la Sampdoria è che l'Inter, sia nella confusione più totale. Anche ieri, de Boer, ha insistito con il centrocampo senza filtro: Joao Mario arretrato, però, non trova mai i tempi di gioco, Banega sembra abbastanza refrattario al ruolo di mezzala (però correre dietro agli avversari è un dovere a prescindere dalla posizione), Brozovic è l’unico a provarci. La difficoltà nel mantenere l’equilibrio non sfugge al tecnico olandese che decide di risolvere il problema con la tattica: difesa possibilmente alta, squadra corta e stretta. Il piano può anche avere una logica: se ho sempre tre giocatori vicini alla palla riduco i rischi di prendere una ripartenza. Però la teoria si trasforma in pratica solo raramente. La tattica non basta, le caratteristiche e la voglia dei giocatori incidono e così succede spesso che Joao Mario non sia lì dove dovrebbe essere, ossia davanti a Miranda e Murillo, che Banega venga attirato verso la trequarti come da una calamita e che con un passaggio semplice in verticale la Sampdoria vada in porta. De Boer accetta il rischio nella speranza che i suoi centrali difensivi vincano i duelli con Muriel e Quagliarella e che, dall’altra parte, la tecnica degli attaccanti nerazzurri faccia la differenza. Però così diventa tutto aleatorio. Quello che costruisce la Sampdoria è frutto di un’idea di gioco, quello che costruisce l’Inter è frutto di qualità individuali. L’immagine paradigmatica è il gol di Quagliarella, non tanto per l’esecuzione quanto per la costruzione iniziale: Fernandes riceve palla e la gioca indisturbato come capita spesso ai centrocampisti della Sampdoria, che salgono a rimorchio senza che i mediani nerazzurri vadano a rincorrerli e, tanto meno, a schermarli.

(Gazzetta dello SPort)

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