A Paolo Tagliavento il derby gli fa un baffo. Secondo La Gazzetta dello Sport, per tanti motivi, in primis perché una vita fa l’arbitro umbro era un promettente barbiere. E poi non corre il rischio di emozionarsi visto che Inter-Milan gli tocca per il secondo anno di fila (il primo precedente è del 2010: sfida ai rossoneri, decisa da un rigore di Ibra): il 20 novembre 2016 finì 2-2 col pari nerazzurro all’ultimo respiro di Perisic, scherzetto restituito con gli interessi da Zapata nel ritorno.
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GdS – Derby affidato a Tagliavento per il secondo anno di fila
Il direttore di gara umbro è già abituato a dirigere un match di così tanto valore
Rizzoli ha pensato a lui per la stracittadina milanese in una giornata ad alta tensione con Juve-Lazio e Roma-Napoli. Tagliavento ha da poco compiuto 45 anni (in teoria questa è la sua ultima stagione, ma c’è l’ipotesi deroga), da tempo è una certezza a disposizione dei designatori: forte personalità (non si fece intimorire dalle manette di Mourinho in Inter-Samp), presenza fisica (è alto 192 centimetri, uno meno di Handanovic e quattro di Donnarumma) e buon istinto. Sono queste le doti che lo contraddistinguono, spingendolo a buon livello pure in campo internazionale, qualifica avuta nel 2007. Certo, in Milan-Juve, quella del gol fantasma di Muntari, fu "vittima" di un abbaglio dell’assistente, ma con carattere è riuscito a risalire (alla grande) la corrente. Insomma, il derby è in buone mani. E col paracadute di nome Var.
(Fonte: Francesco Ceniti, La Gazzetta dello Sport 14/10/17)
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