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GdS – Inchiesta CorSera, bufera su Thohir. Pratiche normali ma l’Inter…

Eva A. Provenzano

Ieri il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo sulla catena di controllo che c’è dietro all’Inter e ha gettato dubbi sulle operazioni finanziarie e sulla gestione messe in atto da Thohir che ha acquisito il club da Moratti a...

Ieri il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo sulla catena di controllo che c'è dietro all'Inter e ha gettato dubbi sulle operazioni finanziarie e sulla gestione messe in atto da Thohir che ha acquisito il club da Moratti a fine 2013. Qui potrete rileggere l'articolo firmato da Mario Gerevini. 

Intanto questa mattina La Gazzetta dello Sport, in un pezzo firmato dal duo Iaria-Taidelli, riprende la questione che ha messo in allarme e non poco il mondo nerazzurro. 

COSA E' SUCCESSO - Il Corsera con il suo articolo ha ricondotto la società di Corso Vittorio Emanuele alle Cayman e ha sottolineato che le quote delle holding del magnate indonesiano sono in pegno ad una società di investitori di cui non si sa nulla. "E' un colpo all'immagine del club - sottolinea la rosea - è un colpo per il mercato dei giocatori e per quello delle sponsorizzazioni, cioè le due leve fondamentali al progetto di rinascita nerazzurra". 

INTRECCIO - Quando nel 2013 l'Inter è passata in mano a Thohir si sapeva che il 70% era di proprietà della International Sports Capital, una società con sede ad Hong Kong. Era stato pubblicato anche un comunicato ufficiale nel quale era stato scritto che la stessa società era di Thohir e Soetedjo (inizialmente c'era anche Roeslani). E' di fatto la ISC che rileva il 70% delle quote di Massimo Moratti (che resta in minoranza con il 30%) con un aumento di capitale di 75 mln. A maggio 2014: il presidente ET presta all'Inter 22,3 mln "a questo punto, racconta il Corriere, si aziona l’operazione Merdeka, una società basata alle Cayman che firma una serie di contratti di finanziamento con la International Sports Capital e la sua controllante Asian Sports Ventures, cioè le holding di Thohir su cui risulta iscritto un pegno a favore della Merdeka", si legge nel pezzo della Gazzetta.

Fin qui il quotidiano sportivo riprende il CorSera, poi aggiunge: "Secondo quanto ci risulta dalle visure iniziali sulla International Sports Capital emerge che quest’ultima era stata costituita dalla Padnall Enterprises Limited, anch’essa con sede a Hong Kong ma controllata da due “trust” basati alle Isole Vergini, Guarantee Management Limited e Lebaron Ltd. Isole Vergini, ossia un altro regno, come le Cayman, dove vigono riservatezza, anonimato e tassazione favorevole. Successivamente, e comunque prima di comprare l’Inter, le azioni della International Sports Capital sono state trasferite dalla Padnall alla Asian Sports Ventures"

NESSUNA RISPOSTA - L'Inter ieri non ha commentato la questione. I tifosi sono spiazzati, soprattutto perché hanno saputo del prestito fatto al club da Thohir che però ha un interesse dell'8%. Potrebe trattarsi di un prestito particolare, detto rollover che permetterebbe in questo modo alla società di tenere in cassa la quota di interesse del magnate indonesiano "destinata a essere convertita in azioni per Thohir, con conseguente variazione delle proporzioni tra i due soci". Con questa operazione quindi il presidente starebbe cercando di capitalizzare il club e di aumentare la sua presa. Il prestito è rimborsabile entro domani e si aspetta il nuovo bilancio anche per capire di più sul secondo prestito che l'indonesiano ha fatto nei confronti della squadra di sua proprietà, un prestito di 60 mln. 

SPIEGAZIONI - In ambienti finanziari vicini alle questioni nerazzurre sostengono che è del tutto normale e soprattutto legale per gli uomini d'affari che lavorano su scala internazionale avere a che fare con posti come le Isole Vergini e Cayman, permettono infatti uno sgravo sulle tasse e per la famiglia Thohir sembra essere pratica abituale. 

Però la GdS conclude così: "L’Inter, però, non è solo un’azienda ma anche una squadra di calcio: la trasparenza della catena di controllo è un obbligo morale, prima che legale".