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GdS – Inter, addio a Valentin Angelillo: aveva 80 anni

Francesco Parrone

Portato in Italia da Moratti, fece una valanga di gol in nerazzurro e giocò da oriundo anche con la Nazionale

Ci ha lasciato un angelo del pallone amatissimo dagli interisti: Antonio Valentin Angelillo è morto in ospedale a Siena venerdì 5 gennaio. Secondo La Gazzetta dello Sport la notizia non è stata divulgata subito per volere dei familiari. Aveva 80 anni. Era giunto la notte del 3 gennaio al pronto soccorso del policlinico le Scotte, rimanendo poi ricoverato fino al decesso. Con Maschio e Sivori era il terzo «angelo con la faccia sporca» un misto di bellezza fisica e talento calcistico che non sempre, però, andavano d’accordo con la disciplina. Ma Angelillo a pallone sapeva giocarci e di quella nazionale argentina che trionfò al torneo sudamericano 1957 era il vero perno: mezzala, mediano, ala, centravanti... Faceva di tutto, e lo faceva bene. Ecco il nuovo Di Stefano, titolarono i giornali d’oltre Oceano. E l’eco di quelle imprese lontane spinse Angelo Moratti a portarlo nella sua Inter.

A Milano Angelillo si ambienta subito. Sedici reti nella prima stagione e ben 33 in quella successiva, record per i tornei a 18 squadre. Si trova bene anche fuori dal campo, molto bene: frequenta locali e tabarin, perde la testa per una famosa ballerina, Ilya Lopez. Fino a che Helenio Herrera, il Mago, cavalcando i pettegolezzi, non ottiene dal presidente Moratti, la cessione. Angelillo, nel frattempo, da oriundo (ha origini lucane) è entrato nel giro della nazionale. Intanto la sua parabola italiana prosegue a Roma. Moratti inserisce una clausola capestro: la Roma si impegna a non cederlo alla Juve, al Milan e alla Fiorentina. Le sue quattro stagioni romane sono positive. Poi a sorpresa, nell’estate del 1965, si fa avanti il Milan di Nils Liedholm. E qui comincia il declino. Chiude nell’Angelana dove comincia la carriera di allenatore. Viene ingaggiato dall’Arezzo in C: è colpo di fulmine con la città toscana. Vince la coppa di categoria e ottiene la promozione in B. In A ci arriva con l’Avellino, che salva brillantemente. L’ultima avventura è in C2con la Torres di Sassari che lo esonera a metà della seconda stagione, 1991-92.

(Fonte: Nicola Cecere, La Gazzetta dello Sport 7/1/18)