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Andrea Elefante, esperto collega della Gazzetta dello Sport, nel suo spazio all'interno dell'edizione odierna, è tornato sulla vittoria ottenuta dall'Inter contro il Chievo: "A passi incerti verso la Champions è il titolo di un film che non ha Robert Redford, ma Luciano Spalletti e i giocatori nerazzurri, nel suo cast. Due vittorie contro penultima e ultima in classifica e quattro pareggi nelle sei gare più recenti: l’Inter non corre ma cammina alla media di poco più di un gol segnato a partita (cinque su sette contro le già retrocesse Frosinone e Chievo). E pure ieri, fino a 4’ dalla fine, la paura, o comunque l’insicurezza, si è fatta braccino, se non fosse che a calcio si gioca con i piedi. Malino anche stavolta, ma questo è un discorso ancora diverso. Di uguale a tante altre volte c’è stata la percezione di psicodramma incombente, poi scacciata da una vittoria senz’altro meritata. L’Inter non ha rischiato granché, ma ci ha messo 86’ ad allontanare il rischio dell’imprevisto: è questa precarietà strisciante la sua debolezza di oggi. A questo punto non è neanche più utile chiedersi quando, o perché, sia iniziata questa involuzione che ha rinviato l’approdo ad un porto dove l’Inter poteva, anzi doveva, aver attraccato già da un po’. Ovvero da prima che un senso di incertezza iniziasse ad avvolgere, stritolandole, le sicurezze del suo allenatore. Da prima che un senso di incompiutezza si impadronisse della squadra. E tutti insieme, il tecnico e i giocatori, hanno preso anche a far di conto, ogni domenica (o lunedì), piuttosto che contare solo sulle proprie forze e le proprie convinzioni".
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