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GdS – Inter, Spalletti supera la Samp con passaggi e triangoli di fascia

La costruzione bassa evita il pressing della Sampdoria, Candreva e Perisic meno sacrificati sfondano sugli esterni

Francesco Parrone

L’Inter si addormenta in testa alla classifica con le gambe forse un po’ stanche ma anche una consapevolezza della propria forza ancora maggiore. La squadra di Spalletti dimostra contro la Sampdoria di saper cambiare registro, interpretando in modo diverso un’identica disposizione tattica, stavolta più proiettata in avanti. Il tecnico nerazzurro sapeva di affrontare un’avversaria simile al Napoli come concetti di gioco — scambi rapidi palla a terra, pressione alta — ma diversa nel modo in cui aggredisce e attacca. Se gli azzurri infatti prediligono sovraccaricare un lato del campo, la Samp è molto più simile al Sarri di Empoli: come quello, cerca lo sfondamento centrale e trascura un po’ gli esterni. Secondo La Gazzetta dello Sport la mossa di Spalletti è quella di blindare appunto il corridoio centrale, tenendo stretti in senso orizzontale i quattro difensori e le due linee in senso verticale (preziose per esempio alcune chiusure in area di Gagliardini). La densità disinnesca presto la pericolosità delle combinazioni strette dei doriani, anche perché Ramirez contribuisce in maniera troppo poco consistente. La prevista mancanza di rischi in arrivo dalle fasce permette a Candreva e Perisic di non doversi spendere troppo in ripiegamenti estremi: le due ali possono così partire spesso fronte alla porta, dove le mezzali di Giampaolo faticano ad accorciare perché impegnate nel pressing avanzato.

In più Borja Valero galleggia in orizzontale in appoggio agli esterni per formare triangoli e combinazioni: 5 le sue sponde. Il piano-gara di Spalletti si completa con quello che si era già visto a Napoli, cioè l’uscita ragionata palla a terra dalla difesa, con Skriniar che evidenzia buone proprietà di palleggio (39 passaggi positivi). Non sempre la costruzione bassa va a buon fine, ma quando riesce salta completamente il primo pressing avversario, e così la Sampdoria si ritrova a scappare verso la porta con i suoi difensori, situazione che li espone a rischi molteplici. Anche perché l’Inter sceglie spesso il cambio gioco che squilibra la Samp.

Un altro dato a favore di Spalletti è l’innalzamento della qualità complessiva. Il possesso è condiviso: Candreva è quello con più passaggi (50) ma ci sono altri 7 giocatori intorno ai 40. Icardi in un paio di occasioni gioca di sponda alleggerendo il possesso (ecco il pezzo mancante finora del puzzle per renderlo completo, non serve molto altro...), D’Ambrosio forma una catena portentosa a destra con Candreva, quasi regista aggiunto con i suoi 87 palloni toccati (più di tutti), persino Nagatomo si esibisce in una conclusione dalla distanza che impegna Puggioni, Vecino che si inserisce in verticale e sembra davvero poter essere l’incursore alla Nainggolan essenziale nel gioco di Spalletti. Tutto spettacolare finché il ritmo è rimasto altissimo.

Un errore però il tecnico dell’Inter lo commette, pensando a una Sampdoria ormai tramortita. Invece i valori della squadra di Giampaolo rinvengono perché l’uscita di Vecino svuota il centrocampo nerazzurro. Davanti va Joao Mario, mai dentro il match, e in mediana scala Borja Valero, non più sufficientemente lucido per incaricarsi del lavoro di sostanza che svolgeva Vecino. I cambi di Giampaolo invece aggiungono rapidità alla manovra avanzata e la Sampdoria risale fino a spaventare l’Inter.

(Fonte: Alex Frosio, La Gazzetta dello Sport 25/10/17)

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