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In casa Inter l'umore dei tifosi non è di certo alle stelle; la tifoseria nerazzurra si aspettava un mercato di ben altra portata viste le promesse fatte a giugno, ma finora ha regalato solo qualche colpo. Giovedì chiude la finestra trasferimenti e non sembra esserci il tempo per piazzare grandi colpi. A inizio agosto l'improvvisa inversione di tendenza; improvvisa in tutti i sensi se è vero che i primi a restare spiazzati sono stati Sabatini e Ausilio, costretti a mollare di colpo affari praticamente già perfezionati e a rivedere velocemente le priorità in entrata. Nuova linea (autofinanziamento puro, si compra solo se prima si fa cassa) che gli uomini mercato nerazzurri hanno appreso appunto di rientro dalla tournée asiatica.
Il fair play finanziario costringe l’Inter nuovamente al pareggio di bilancio il prossimo giugno, pesa sempre tra l’altro la doppia «sciagurata» operazione Gabigol-Joao Mario, con Suning che ha speso molto anche in questi mesi, nonostante lo stesso governo cinese abbia invitato le aziende di casa a darsi una regolata a livello di investimenti nel calcio estero. È dunque legittimo un giro di vite, pretendendo allo stesso tempo operazioni in uscita. L’errore generale è stato però strategico: il tutto andava probabilmente valutato a metà maggio e quindi comunicato tempestivamente a Sabatini e Ausilio, che a loro volta avrebbero poi sicuramente scelto un «piano di battaglia» diverso in base al tesoretto a disposizione. In cima alla lista sarebbero per esempio finiti il centrocampista alla Vidal o alla Nainggolan e l’operazione Schick. Adesso completare adeguatamente la rosa è impresa molto complicata. Sabatini e Ausilio ci stanno comunque provando con tutte le forze.
(La Gazzetta dello Sport)
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