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Le sue doti ha avuto modo di dimostrarle e tutti ormai le apprezzano. Ma quando Simone Inzaghi è arrivato sulla panchina della Lazio era più che altro una scommessa per Claudio Lotito, quasi costretto a chiamarlo in panchina per colmare un buco improvviso. Perché le cose dovevano andare diversamente. Lo racconta anche la Gazzetta dello Sport di oggi:
"Simone era maniacale già da giocatore, studiava in proprio ogni squadra e ogni avversario. Quando era pronto a iniziare da Salerno, nel 2016 ha colto la grande chance grazie al clamoroso dietrofront di Bielsa a Lotito. Ha divertito e vinto con la Lazio e ora ha fatto l’upgrade in nerazzurro grazie alla capacità di creare empatia pur tenendo basso il profilo e alla genialità di un calcio che sembra monolitico, legato com’è al 3-5-2 e alle sostituzioni degli ammoniti (un marchio di fabbrica), mentre è innovativo grazie al continuo movimento e scambio di posizioni".
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