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Sulla maglia il numero dieci, ma nella testa il 21 di Pirlo e quella pazza voglia di voler diventare un regista.Ma all'atto pratico, scrive l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, il ruolo di Mateo Kovacic all'Inter non è mai stato scolpito nella roccia. Il centrocampista croato è arrivato all'Inter nel gennaio del 2013 all'ultimo giorno di mercato disponibile. Un'operazione lampo, esattamente come questa che adesso porterà Kovacic al Real Madrid. I suoi spostamenti sono spy story alla James Bond, scrive la "rosea".Il nome di Mateo Kovacic all'Inter è stato spesso sinonimo di agitazione tattica, scrive il quotidiano nazionale. Centrocampista di classe, ma non vede la porta: in nerazzurro ha segnato 8 gol in due anni e mezzo ed è spesso stato discontinuo nelle sue prestazioni.Leggenda narra anche di sfuriate da parte di Walter Mazzarri nei confronti del calciatore croato e con l'arrivo di Roberto Mancini le cose non sono andate migliorando. Il tecnico jesino lo ha fatto girovagare un pò in tutte le zone del campo, con la convinzione che Kovacic non potesse reggere l'urto da interno di centrocampo per la poca garra nel serbatoio. Adesso al Real Madrid, Kovacic dovrà dire a tutti chi è, portando pure qualche gol. Se sei mister 40 milioni, è il minimo.
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