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GdS – L’Inter non brillava, ma il Milan allenato da Berlusconi: vogliamo parlarne?

Alessandro De Felice

L’esonero di Water Mazzarri si porta dietro qualche strascico, era prevedibile potesse andare così. Non tutti hanno accolto favorevolmente l’esonero del tecnico toscano e in molti non intravedono in lui la principale causa dei mali...

L'esonero di Water Mazzarri si porta dietro qualche strascico, era prevedibile potesse andare così. Non tutti hanno accolto favorevolmente l'esonero del tecnico toscano e in molti non intravedono in lui la principale causa dei mali nerazzurri. La pensa così Roberto Beccantini, giornalista bolognese che sulle pagine della Gazzetta dello Sport esprime il proprio punto di vista in merito alla questione allenatore: "Non avrei licenziato Walter Mazzarri, eroe a Pechino per aver disertato la premiazione della Juventus e anti-eroe all'Inter per essersi nascosto dietro al caldo di Palermo e la pioggia di S.Siro. Il suo caso merita un supplemento di riflessione e per salire sul carro di Roberto Mancini c'è sempre tempo." Questo il pensiero guida del giornalista, che descrive Mazzarri come uno dei pochi orsi a non fare tenerezza. Il tecnico di S.Vincenzo ha sempre parlato con i fatti nelle diverse piazze in cui ha scelto di lavorare, senza lisciare tifosi e cronisti. "La sua Inter non ruba l'occhio" riprende Beccantini, che poi prosegue:"ma perché non parlare del Milan con un punto in più e zero processi, nonostante possa contare sul contributo di due allenatori: Berlusconi il venerdì e Inzaghi la domenica?" 

Nell'articolo che pubblica la "rosea" si fa notare il peso e il significato delle diverse scelte, che hanno portato all'Inter tre allenatori così diversi l'uno dall'altro: Stramaccioni, Mazzarri e Mancini. Il primo un azzardo estremo da parte di MassimoMoratti, che affidando la panchina nerazzurra all'allenatore romano voleva rompere con quegli schemi prefabbricati: un allenatore privo di gavetta, ma abbastanza bravo da rompere ogni indugio per ripartire con entusiasmo, un low cost di tutta affidabilità. Ma l'anno e mezzo sotto la guida Stramaccioni ha prodotto un sesto è un nono posto che non hanno soddisfatto. 

Ecco il perché della scelta Mazzarri, filosofia completamente opposta a quella che ha portato a partorire la scelta del tecnico romano: all'ex mister di Sampdoria e Reggina si chiede di seppellire dignitosamente i resti del triplete e indicare una strada, sullo sfondo di mercati poveri e svolte epocali.

Mancini invece rappresenta il percorso alternativo a Walter Mazzarri, una via di mezzo tra il progetto impostato con Stramaccioni prima e con Mazzarri poi. La sua sciarpa di cashmere esalta i tifosi, ma mescola il sogno del ritorno alle vittorie con il vago segno della minestra riscaldata. Sia chiaro, non tutti i ritorni sono andati male, come buon esempio si possono tenere in considerazione le marce indietro di Mourinho al Chelsea, Lippi alla Juventus e Heynkess al Bayern. "Non bisogna vergognarsi se le emergenze suggeriscono di scartabellare l'album di famiglia." Conclude Beccantini sulle pagine della Gazzetta dello Sport.