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L'Inter chiude il suo precampionato con tanta autostima e con un Icardi ritrovato. Secondo La Gazzetta dello Sport, nonostante le condizioni meteo avverse i nerazzurri hanno comandato la gara, mostrando grande organizzazione, giusta distanza fra i reparti e gestione del possesso palla con personalità, aggrappata soprattutto alla tecnica e alla velocità di pensiero di Borja Valero.
Qualche sbandata solo nel finale, ma solo dopo i molti cambi e con formazioni quindi stravolte. Oltre alla prova di Icardi (45’ incoraggianti anche dal punto di vista fisico), va segnalato l’impatto positivo di Dalbert, subito nella mischia. Non ha tempo da perdere Spalletti, e in un’ora di partita il brasiliano gli ha dato parecchi motivi per sorridere: le gambe del ragazzo girano bene, e pure l’interpretazione puramente difensiva è sembrata all’altezza, il tutto con un solo allenamento
vero svolto in gruppo. Ha concesso qualcosa all’inizio nell’uno contro uno, poi Dalbert è venuto fuori, regalando un paio di diagonali decisive. La nota migliore dell'Inter è Perisic che ha messo in campo cattiveria, classe e continuità da leader, rispondendo di fatto "presente" a un allenatore che non gli ha mai nascosto tutta la sua sincera stima.
Tuttavia persistono ancora troppe lacune e troppe tracce dell’Inter della passata stagione, squadra che ha ceduto malamente di fronte a difficoltà minime, mostrando clamorosi limiti caratteriali e in alcuni casi anche inaspettate mancanze tecniche. A centrocampo manca qualcosa e le grandi squadre nascono lì. Oggi i nerazzurri - secondo la rosea - là in mezzo non sono all’altezza di nessuna delle pretendenti ai primi quattro posti: rispetto a Juve, Roma e Napoli è per esempio enorme il divario per peso e personalità. Insomma, sarebbe davvero un peccato non sfruttare il jolly Spalletti.
(Fonte: Mirko Graziano, La Gazzetta dello Sport 13/08/17)
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