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Pur avendo il contratto in scadenza nel giugno 2017, il futuro di Roberto Mancini all’Inter è pieno di dubbi. Ora, la gara di Firenze in programma domenica sarà uno spartiacque importante, ma è pur vero che il pari di Verona sembra possa avere tolto quelle certezze costruite fino alla diciottesima giornata: in un mese l’Inter ha incassato gli stessi gol che l’avevano issata sulla cima della classifica e sulla vetta come migliore difesa del campionato.
La classifica non ride dopo quella partenza sprint. E Mancini si pone domande sul futuro. Anche perché dalla 5a giornata in poi l’andamento dei suoi è stato più nero che azzurro paragonandolo a Napoli e Juventus. Il vantaggio su Sarri e Allegri era di 9 e 10 punti. Oggi l’Inter insegue a 11 e 9. Il bilancio è crudo: persi rispettivamente 20 e 19 lunghezze in 19 turni.
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, ad oggi, segnali di una separazione a fine stagione non ci sono, anche perché il tecnico, non più tardi di due settimane fa aveva detto: “Per me non ci sarebbe nessun problema ad allenare a scadenza”.
Va anche detto però che qualche dubbio nella testa del tecnico incomincia a serpeggiare e in tal senso l’aggancio alla Champions sarà decisivo. Per dire: sarà possibile vedere Mancini che resta in caso di Europa League? Quasi impossibile. Perché poi solo la Champions può portare euro decisivi per il futuro e per alzare lo standard di acquisti sul mercato che Mancio vuole giustamente alto. Ma lui, in caso di saluti anticipati, dove potrebbe andare? Panchine top in Premier latitano: i due club di Manchester sono da escludere, restano l’Arsenal di Wenger e il Chelsea che pare orientato anche su altri lidi (Allegri compreso). In Francia c’è il Psg (il futuro di Blanc dipende dal cammino in Champions), il resto è Russia (Zenit?) o una nazionale. Il panorama, insomma, non ha la mezzaluna sorridente.
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