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L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport espone i propri dubbi sulla sostenibilità dei costi della Champions da parte di Mediaset, che per assicurarsi la visione esclusiva della massima competizione europea ha dovuto investire diversi milioni di euro:
"Nel bel mezzo delle trattative con i francesi di Vivendi, il gruppo Mediaset pubblica i dati di bilancio 2015 e fa un punto sull’effetto Champions della pay tv. Questa è la prima stagione del ciclo di esclusiva della competizione: diritti pagati a peso d’oro, 239 milioni all’anno, cioè il 50% in più del triennio precedente. La domanda è sempre la stessa: torneranno i conti di Premium, che dal 2005 non ha mai chiuso in utile? L’obiettivo dell’a.d. Pier Silvio Berlusconi è il break-even nel 2018. Al 31 dicembre 2015 i conti della tv a pagamento risultano ancora in rosso, anche se è noto solo il risultato netto consolidato (+4 milioni). Il Biscione ha annunciato per Premium un fatturato in crescita a 558,8 milioni (rispetto ai 538,4 del 2014), con un +11% nel secondo semestre, «speculare all’analogo calo percentuale dei ricavi della concorrenza pay». Segnalati inoltre «il fronte incremento di abbonati Premium (2.010.000), la sensibile crescita dell’Arpu (redditività per abbonato) e l’altrettanto sensibile diminuzione del tasso di disdetta». Si punta a 700 milioni di fatturato nel 2016 ma restano i dubbi sulla sostenibilità dell’operazione Champions, visti i costi elevati. Anche per questo farebbe comodo il matrimonio con Canal Plus di Vivendi, nell’ambito delle più ampie strategie di convergenza tra Bolloré e Berlusconi".
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