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Radja Nainggolan aveva già infilato la sua prima rete al Bologna quando era al Cagliari e alla Roma. Dunque, secondo La Gazzetta dello Sport, è normale che sia lui, al debutto con l’Inter, a sciogliere la gara con il primo tiro della sua nuova avventura.
Il Ninja sbriciola la muraglia e conduce ad altri entusiasmi, perché dopo l’1-0 al 66’ il piano tattico viene ribaltato, il Bologna si apre e Candreva e Perisic lo affondano. L’Inter tuttavia non si deve vantare del record di passaggi effettuati (808) e riusciti (729) da quando vengono contati per le statistiche: decine di questi sono orizzontali, senza pressione e metri guadagnati.
Spalletti ritorna alla difesa a quattro, Vrsaljko in panchina come Miranda; Gagliardini ripescato in mezzo accanto a Brozovic, più gli esordienti citati. A lungo mancano la velocità e le entrate sui lati. Asamoah passa più indietro che avanti, Politano parte bene poi finisce nei cespugli difensivi, prima di servire l’assist del vantaggio. Il movimento sulla trequarti non manca, con spostamenti orizzontali, oppure con pressione avanzata senza palla (4-3-3, Nainggolan sale come centravanti tra Keita e Politano), però non fa girare la testa al Bologna.
Il calo nel secondo tempo è una costante del Bologna, un punto in tre partite. La difficoltà in attacco è vistosa: mai i rossoblù erano rimasti a secco nelle prime tre gare del torneo. Il Bologna corre molto ma lo fa con lucidità solo quando è fresco, resta basso e riesce a rispettare la compattezza di squadra; prende gol proprio quando si allunga per due contropiede sfruttati male da Dzemaili.
(Fonte: Pierfrancesco Archetti, La Gazzetta dello Sport 2/9/18)
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