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"Dal grande freddo agli abbracci, tutto in 48 ore. Ieri nuova puntata della querelle Nedved-Marotta, con doppio episodio". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport in merito alla reazione del vice-presidente della Juventus circa l'addio di Marotta, approdato ufficialmente all'Inter da giovedì scorso. Dopo le parole a Nyon di Nedved, ieri sera c'è stato anche un abbraccio in occasione del Golden Boy 2018 di Tuttosport: "Un abbraccio e sorrisi, non troppo di circostanza ma nemmeno così spontanei, prima di salire sul palco, dove si sono scambiati carezze a vicenda. Però le parole hanno un peso e — al di là degli equivoci — lasciano il segno. E il messaggio sembra abbastanza chiaro a tutti: a Torino qualcuno non ha gradito la scelta di Marotta di accettare la corte di Zhang e la responsabilità di rilanciare una eterna rivale come l’Inter. Mentre al di là di tutto, è chiaro che l’uscita di sabato di Nedved non sia stata proprio delle più felici. E che magari si poteva evitare", scrive la Rosea.
C'è la sensazione che la vicenda non sia ai titoli di coda perché in casa Juve, appunto, pare non abbiano digerito il fatto che l'ex AD bianconero abbia voltato subito pagina. "E di sicuro non per partecipare. Lo dimostra la frase con cui si è presentato al mondo Inter nella sua prima a San Siro: «Il gap con la Juve è ancora molto grande. All’Inter voglio portare la mia esperienza e contributo a una realtà di per sé già forte. Ma ci troviamo in una situazione diversa rispetto al 2010 della Juventus»", commenta la Rosea che chiosa con le parole di Marotta e Nedved sul palco di Torino: "Insomma, c’eravamo tanto amati. Ma il futuro adesso è da miglior nemico".
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