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GdS – Shaqiri, la Svizzera è isola felice: all’Inter se la prese con Mancini

Daniele Vitiello Redattore/inviato 
Focus sull'ex nerazzurro che brilla con la maglia della propria nazionale: con la Svizzera continuità mai avuta con i club

"Se la sua vita fosse un film sarebbe un misto tra un thriller e una commedia", scrive la Gazzetta dello Sport. Il riferimento è a Xherdan Shaqiri, funambolo e girovago. "Bravate e dichiarazioni inopportune, alternate a guizzi, lampi di genio e colpi da campione. Come quello di mercoledì contro la Scozia". Gol da cineteca.

Quei colpi lì, li hanno in pochi. Ci vuole talento, ma anche coraggio. E nessuno dei due ingredienti è mai mancato allo svizzero: "Decide lui, spesso d’istinto e all’improvviso, e nessuno deve dirgli come o cosa fare. Anarchico del pallone. Ha cambiato tante squadre, ha discusso, diviso, litigato e si è fatto apprezzare, tutto con uno stesso minimo comune denominatore: la Nazionale. Lì, con la sua Svizzera, è sempre stato costante. Isola felice in cui poter recitare la parte del leader e del capo gruppo".

Riferimento in Nazionale, quasi mai nei tanti club in cui ha militato e dei quali è finito per diventare meteora o poco più. Quanto all'esperienza all'Inter: "Non sono mancate frecciatine e polemiche. “All’Inter per farmi recuperare dall’infortunio, mi mandarono da un ‘guaritore miracoloso’ in montagna”. In nerazzurro è stato incompreso. Tre gol, divisi tra campionato, Europa League e Coppa Italia, e qualche guizzo sparso. La sua faccia è anche su una bottiglia di vino, sponsorizzata dalla società: 'Cabernet Shaqiri’. Anche se ha detto di non averlo mai assaggiato. Poi se l’è presa pure con Mancini. “Non si capiva molto con lui”. Ma poi, quando si sono trovati uno di fronte all’altro all’Europeo di due anni fa, si sono abbracciati.