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"Esiste nel calcio di oggi un uomo capace di rifiutare 20 mln di euro?". La partenza di Samuel Eto'o ha fatto spuntare tra i tavolini di ogni Bar Sport una domanda così. E la risposta è sempre la stessa: "Difficile dire di no, a meno che non si parli di gente come Totti, Del Piero, Zanetti".
Discorsi comuni, che sembrano banali, ma nascondono dietro la storia d'amore tra un calciatore e la sua maglia. Nel calcio dei Paperoni e di chi cambia sciarpa con una frequenza vertiginosa, esistono ancora 'le bandiere', quelle vere.
"Il regolamento - scrive la GdS - dice solo la metà di quello che rappresenta un capitano. Chi indossa la fascia gialla rappresenta la storia della propria squadra e quando ci riesce la scrive. Oneri e onore".
INTER - Quelli come lui non li fanno più. E gli interisti lo sanno benissimo. Sono in tanti quelli che dicono 'undici così e non avremmo alcun problema'. Javier Zanetti è il capitano nerazzurro dal 1999. Nella gioia e nel dolore è rimasto legato con le mani, con i piedi, con il cuore all'Inter. Non ha voluto cambiare maglia (e neanche il ciuffo) per nessun motivo al mondo. 'Potevo andare al Real, ma non l'ho fatto perché sapevo che un giorno la mia squadra mi avrebbe ripagato di tutto'. C'era quando si perdeva l'impossile. E c'era quando poi l'impossibile si è materializzato. Qualche partita ancora e potrà diventare il capitano più capitano di sempre nella centenaria storia dell'Inter.
GLI ALTRI - Altri esempi di uomo-bandiera sono Alessandro Del Piero e Francesco Totti. Il primo è molto amato dai suoi tifosi e rispettato dagli avversari, ha ereditato la fascia da Antonio Conte, attuale allenatore bianconero, nel 2001. Il secondo è il capitano più longevo della Serie A: indossa la fascia al braccio dal 1998.
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