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Aveva capito probabilmente subito che non sarebbe stata una passeggiata. La dinamica suggeriva qualcosa di grave. Purtroppo. La smorfia di dolore lo aveva testimoniato in diretta televisiva a tutti i tifosi angosciati nel ripercorrere il suo movimento. Il Capitano non è uno che si ferma per un semplice infortunio. Lui, l'indistruttibile. Il giocatore gentile e forte. Il nr.4 da clonare. Ne scrive oggi NicolaCecere sulla Gazzetta dello Sport in un articolo di quelli che non si dedicano a chiunque. "Zanetti è un campione trasversale, simboleggia lo sport pulito: mai una parola fuori posto, mai una carognata." Lo introduce con queste parole, Cecere. Un campione universale. E la maglia, improvvisamente, conta poco.
In tantissimi gli hanno dedicato un pensiero, una frase di augurio, due battute scherzose per sdrammatizzare. Ma la cosa incredibile che ci fa notare Cecere nel suo pezzo è la reazione del Capitano mentre ancora era in campo. "Perché quando senti un crac, quanto di accorgi che si è verificato un grave attentato al tuo fisico non può venirti in mente, come primo pensiero, l'esigenza della squadra. Sei concentrato su di te." Infatti Zanetti, ieri, prima di accasciarsi al suolo, ha invocato il cambio, preoccupandosi di non lasciare la squadra in 10. Un gesto che non è passato inosservato. "Ecco, in quel dito indice agitato nel vuoto c'era un telegramma d'amore per l'Inter." Un amore corrisposto da tanto tempo. Che non accenna a finire.
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