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Getty Images
Nel corso dei festeggiamenti per lo scudetto, Romelu Lukaku è sembrato il più commosso di tutti. Abbracci, sorrisi e lacrime di gioia. Con le foto dei suoi nonni impresse sulla sua maglietta, Big Rom ha poi spiegato: "Quando mio nonno è morto nel 2005 gli ho promesso che avrei vinto qualcosa e ci sono riuscito". E poi c'è quel legame forte con il suo allenatore, Antonio Conte. "È come se il belga fosse diventato la cinghia di trasmissione del pensiero del tecnico. Vista l’intesa mai provata in carriera, Romelu non vorrebbe certo separarsi ora sul più bello", sottolinea la Gazzetta dello Sport.
"Quando a fine partita hanno chiesto a Hakimi se fosse lui il cocco di Conte, il marocchino ha alzato le spalle e allargato il sorriso: «No, quello è solo Romelu...». Insomma, la preferenza è alla luce del sole e nessuno ne è geloso, anzi su quest’asse nascono le fortune nerazzurre. In realtà, il belga è cocco pure dei tifosi: è stato osannato con cori continui per ore davanti a San Siro prima del match e anche dopo, quando tutta la squadra si è affacciata dalla Torre 4".
"Da lassù, con un pubblico sterminato ai suoi piedi, Rom ha impugnato la maglia nerazzurra e l’ha baciata una decina di volte. Un movimento ripetuto, teatrale, altamente simbolico: non fosse chiaro, è ormai una seconda pelle. Lukaku ha pure notato che nell’hotel di fronte, tra le tante bandiere, ne sventolava pure una del Congo, il Paese dei suoi genitori a cui è legatissimo: apprezzato anche questo dettaglio".
(Gazzetta dello Sport)
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