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Ora nel Toro ha il ruolo di team manager, ma quando faceva il mediano (granata) aveva la fama da duro.
Giacomo Ferri, Benassi l’ha fatta grossa inguaiando il Toro contro lo Zenit?«Non credo: nel secondo giallo è stato svelto l’avversario a togliergli la visione della palla. Cercava quella, non la gamba: non è stato cattivo né ingenuo. Può capitare: ai Mondiali in Germania fu così per De Rossi, proprio al 28’».
Anche lei fu espulso in una gara europea, dove?«Ad Innsbruck quasi trent’anni fa: io però tirai un pugno all’attaccante, esasperato dalle decisioni arbitrali. Poco dopo anche uno pacato come Francini fece la stessa fine».
Benassi ha appena 20 anni: può risentire del rosso più veloce della storia granata in Europa?«È stata una botta, ma l’ha riassorbita alla grande: è un ragazzo molto più maturo della sua età. Già in aereo ne parlava con compagni e staff, ottimo segnale».
Avrà imparato?«Marco è un combattente, è nel suo dna esprimere grinta. Questo piace molto ai tifosi, che l’hanno già perdonato: a Caselle è stato applaudito e sono sicuro che contro la Lazio lo sosterranno ancora di più. Stesso discorso per la squadra».
Cambierà il futuro di Benassi? «A cominciare dal presidente Cairo sono tutti molto contenti. Il centrocampista farà una grande carriera. Spero nel Torino».
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