In vista della sfida col Belgio di venerdì sera, La Gazzetta dello Sport ha intervistato un ex azzurro, Giaccherini, che ha raccontato il suo gol alle furie rosse: «Il bello è che dietro quel gol a Euro 2016 c’è un rimprovero di Conte…». Tirata d’orecchie al fedelissimo: «Contro la Scozia, in amichevole, avevo sbagliato un paio di volte dalla stessa posizione, così in allenamento mi riprese».
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Giaccherini: “Devo tutto a Conte. Mi rivedo in Barella. Lukaku? Non è quello del 2016”
La Gazzetta dello Sport ha intervistato l'ex azzurro che ha parlato della sfida col Belgio e del cammino dell'Italia
Giak, quel giorno fu davvero “Giaccherinho”.
«Devo tutto a mister Conte e a quel rimprovero. Con l’Italia mi sentivo un vero supereroe. Ci davano tutti per spacciati, invece lui ci convinse a smentire tutti dicendo che i più forti eravamo noi. E così fu. Spero adesso in un altro 2-0».
Chi è il Giaccherini dell’Italia?
«Barella. Lui è più fisico, io più dribblomane».
E il Belgio come si batte?
«Concentrazione, raddoppi, cura dei dettagli, marcature. Sono preoccupati anche loro. L’Italia è forte, difende bene, In avanti c’è Chiesa che è un talento. In mezzo ce la giochiamo con tutti. Il fenomeno è Lukaku. Nel 2016 non era quello di oggi».
Rivede il gruppo di Conte?
«Beh sì, è un’Italia da “Grande Bellezza” che si vuole bene e soffre insieme. Chiellini, Bonucci e De Rossi mi hanno detto che sono uniti come lo eravamo noi. Daniele, a fine Europeo, ci svelò che nonostante il Mondiale vinto la sua esperienza più bella sarebbe rimasta Euro 2016…».
Più forte l’Italia del Mancio o la vostra?
«Tecnicamente questa. Noi conoscevano i nostri limiti, ma avevamo fame, cuore e correvamo più di tutti. Una squadra “operaia”».
Pronostico?
«1-1 e poi vinciamo ai rigori, Insigne e Chiesa protagonisti. Sarebbe la chiusura di un cerchio dopo quella serataccia contro la Germania ai quarti…».
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