Intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera, il tecnico della Sampdoria Marco Giampaolo ha parlato di un eventuale salto in una big (ha sempre ammesso di voler allenare l'Inter) e del momento della Nazionale: "Amo questo lavoro: è creativo e mi appassiona, ma mi consuma. Non penso di poterlo fare per tanti anni e guardo al futuro. Alla Sampdoria sto bene. Il grande salto? Mettiamola così, se lo faccio sono cavoli degli altri...". (La battuta la dice ridendo, ma poi non troppo, ndr).
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Giampaolo: “Sto bene alla Sampdoria. Salto in una big? Mettiamola così: se lo facessi…”
Le parole del tecnico della Sampdoria
La Nazionale fa così fatica perché ne è priva (di talento, ndr)?
"Storicamente l' Italia non ha mai espresso un gioco riconoscibile, se non quando ha mutuato i blocchi di squadre come Juve e Milan. Contro il Portogallo la formazione titolare era composta da giocatori che venivano da 8 club. Se non c' è più un blocco, non è responsabilità di Mancini. Sacchi, Lippi, Conte li avevano".
Come si esce dalla crisi?
"Il lavoro del c.t. è difficile: fatichi a creare una squadra pescando singole entità nei club. Puoi saltare questo step se hai tanti talenti. C' è un attaccante della Juve, del Milan, dell' Inter e della Roma che gioca nella Nazionale? Il problema non lo risolve nessun c.t., ma il tecnico è sempre l' agnello sacrificale. Mancini ha bisogno di stage per mettere a posto i giocatori che ha".
Perché in Italia non ne nascono più?
"Il tempo dedicato all' attività è minore rispetto a prima. Prima giocavi 8 ore al giorno in strada e se stai lì non studi. Oggi siamo saliti nello studio, chiaro però che hai un' ora per la scuola calcio e stop. Il calcio oggi non è più una questione di vita per i ragazzi, ma un hobby come il burraco".
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