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Giordano: “Spalletti straordinario, festa Napoli. Scudetto ’87? Oriali mi disse…”

Matteo Pifferi Redattore 

Bruno Giordano, intervistato dal Corriere dello Sport, ha parlato dello scudetto vinto col Napoli nel 1987

Il Napoli è ad un passo dal titolo dopo 33 anni. Bruno Giordano, ex attaccante partenopeo, ha parlato al Corriere dello Sport:

«Il Napoli di oggi non ha Maradona ma ha avuto un presidente coraggioso, capace di andare avanti per la propria strada e di credere nel progetto, meraviglioso, attuato con decisione. E De Laurentiis ha trovato in Giuntoli una specie di mago, perché puntare su Kvara e Kim testimonia capacità fuori dal normale. Al tandem è stato aggiunto Spalletti, semplicemente straordinario. La sua squadra è diventata un modello europeo, mai sazia, mai paga, un concentrato di spettacolo in Italia e in Champions, partite che restano».

Dove la vedrà?

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«Sarò chiaramente a Napoli, assorbirò l’atmosfera, andrò in diretta in tv e poi mi godrò la felicità. Io so cosa si prova, ci sono passato, e sono felice che adesso tocchi a loro. Non c’è stata partita, non ci sono state rivali, schiantate tutte, come dice la classifica. C’è stata una supremazia imbarazzante che non ha caso ha definito un vantaggio leggendario».

Scelga un volto per quest’anno.

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«Si fa torto a tutti gli altri, ma ci provo. Mi verrebbe da dire Spalletti, che ha inventato un gioiello raro. Un campionato stravinto in questo modo dà il senso della forza e pure quello della bellezza. E poi Osimhen, che è migliorato in maniera impressionante grazie al lavoro fatto su di lui dall’allenatore: non lo fermi quasi mai, non lo prendi, non sai cosa sta per inventarsi. E segna, segna, segna. Non era facile andare in giro con il peso di quella maglia».

La sera del 9 maggio del 1987, la mattina del 10, Bruno Giordano cosa pensava?

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«Al tunnel del San Paolo. All’effetto che mi avrebbe fatto salire gli scalini, entrare in campo, vedere quel muro umano, emozionarmi. Quando venne l’ora e ci avviammo, avevo Lele Oriali al mio fianco, era frastornato quanto me e lo confessò: non ho mai visto niente del genere».