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"I suoi ultimi messaggi forse erano una richiesta di aiuto? Si sono presto rivelati una ritorsione amara verso il club che comunque lo ha portato ai vertici del calcio, in troppi gli hanno girato le spalle, nessuna rivolta ai primi indizi di una sua cessione come successo per altri, segnale certo che qualcosa si era rotto. Ivan Perisic che ci è passato prima di lui ne ha dette quattro a Steven Zhang, poi ha cancellato, troppo tardi, pochi istanti sul web e sei timbrato. Non ci sono sostituti, nessuno è uguale a un altro, con Brozo è una squadra, senza Brozo è un`altra squadra".
"Gira la voce che sia andato di traverso con uno dello staff tecnico e non sia piaciuto il suo ritorno dal mondiale, se l`è presa alla lunga ma poi però ha avuto ragione, è uscito alla grande quando ce n`è stato bisogno, chiudendo la stagione come miglior giocatore della finale di Nations League. Sabato era lì al Shangri la Paris con la biro in mano a mettere la sua firma su un contratto extralusso dopo aver brigato con gli arabi per prendere più soldi, abbassare la cifra della sua cessione e chiedere la buonuscita come un Nwankwo Kanu qualunque, irritante, una vendetta immotivata e abbastanza vergognosa con una tenda da circo a incorniciare il suo addio".
"Ridotti all`osso i contatti con la stampa, e allora finisci nel cesto delle fake news: stanotte ha scaricato qui davanti al pronto soccorso una ragazza ubriaca e poi se n`è ripartito a tutta velocità. No, nessuna follia, un giorno ad Antonio Conte hanno chiesto se mettere la squadra nelle mani di Brozo fosse una mossa avventata e se prima di deciderla fosse riuscito ad entrare nella testa a punta del croato: Impossibile, ha risposto, forse neppure lui ci è mai riuscito. Poi una mattina di fine giugno si è presentato ad Appiano Gentile con il figlio Rafael. Era lì per svuotare l`armadietto. Barella e Bastoni lo sapevano e lo stavano aspettando. Nient`altro da aggiungere".
(Il Giornale)
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