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Giornale – Riparte l’Europa League, coppa sempre snobbata dalle italiane

Francesco Parrone

Roma, Inter, Fiorentina e Sassuolo lanciano l’assalto a un torneo che ci sfugge dal 1999

Da il Giornale una panoramica sulla storia delle squadre italiane in Europa League, un trofeo che all'Italia manca ormai da quasi 20 anni: "Oggi alle 19 si accendono i riflettori sull’altra Europa, quella di «riserva» e meno prestigiosa, che mette in palio la Coppa proibita alle italiane. Il trofeo non approda nella bacheca di una squadra di casa nostra dal 1999, quando la manifestazione si chiamava ancora coppa Uefa e il Parma di Alberto Malesani, Buffon, CannavaroThuram e Crespo battè a Mosca il Marsiglia per 3-0. Da allora mai un’italiana in finale e solo otto in semifinale in 17 edizioni: due volte la Fiorentina, una Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli e Parma. E con la denominazione Europa League (stagione 2009-10) solo i viola, i bianconeri e i partenopei sono arrivati a un passo dall’atto conclusivo.

Negli ultimi dieci anni hanno partecipato a questa competizione anche squadre meno blasonate come il Palermo (quattro presenze e un solo approdo agli ottavi), il Chievo, l’Empoli e il Livorno, che avevano conquistato posizioni importanti nella classifica di serie A. Ma anche con le big - con l’eccezione di due delle ultime tre edizioni - abbiamo snobbato la competizione, finendo così ai piedi del podio del ranking continentale e perdendo una rappresentante nella Champions. Il motivo principale: un eccessivo turnover applicato dagli allenatori anche perchè giocare di giovedì comporta avere meno ore di riposo e una preparazione sfalsata per le gare di campionato del weekend (pur avendo la possibilità - cosa che avviene solo in Italia - di giocare in posticipo il lunedì sera).

La riforma della Champions, prevista per il 2018, ci ridarà una squadra nel massimo torneo d’Europa e quindi accrescerà il divario con la Coppa minore. Anche se arrivare alla Friends Arena di Stoccolma, sede della finale il 24 maggio 2017, e vincere consegnerebbe un posto sicuro il prossimo anno nella «sorella» più prestigiosa e punti importanti per scalare le fasce del ranking e porterebbe nelle casse - almeno delle big - un tesoretto di 35-40 milioni, incassi compresi. Non certo le cifre della Champions, ma comunque un bottino appetibile per cercare di dare il massimo nella competizione".

(Fonte: Marcello Di Dio, il Giornale 15/09/16)