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Gl. Rossi: “Ormai è un calvario. Strama dovrà  attingere dalla Primavera. Sugli arbitri…”

Alessandro De Felice

Direttamente dal suo sito, vi riportiamo il pensiero del giornalista Gianluca Rossi, sulla sconfitta di Trieste contro il Cagliari e su questa stagione maledetta, che continua a privare Stramaccioni dei suoi titolari per infortuni di ogni genere....

Direttamente dal suo sito, vi riportiamo il pensiero del giornalista Gianluca Rossi, sulla sconfitta di Trieste contro il Cagliari e su questa stagione maledetta, che continua a privare Stramaccioni dei suoi titolari per infortuni di ogni genere. Il giornalista si concede anche una piccola e interessante parentesi sugli arbitri, non certo ben disposti nei confronti dei nerazzurri quest'anno:   "Ormai è un calvario: sul neutro di Trieste contro il Cagliari, oltre all'ennesima batosta, ecco altri due infortunati, proprio alla vigilia della semifinale di ritorno di Coppa Italia, diventata giocoforza l'unica gara per sbloccare l'inerzia di una stagione nella quale non c'è più nulla da salvare. E a furia di perdere i pezzi, Stramaccioni dovrà per forza ridursi a pescare giocatori dalla Primavera, tutti più o meno ancora acerbi per la Serie A. Davanti allo 0-2 patito dal Cagliari, quarta sconfitta nelle ultime cinque partite, 12.a in campionato, ha perso forza pure la tesi del complotto arbitrale, anche se il rigore che ha sbloccato l'incontro nella ripresa resta assurdo nella sua inesistenza, come quello che ha cambiato la gara con l'Atalanta settimana scorsa. Ma andiamo con ordine, si fa per dire.Almeno nel primo tempo, l'Inter è riuscita a tenere a bada il Cagliari, affidandosi alle sortite di Kovacic e agli spunti di Alvarez, producendo un'unica palla gol poco prima del quarto d'ora su una triangolazione tra Rocchi e Cambiasso chiusa sul palo. E anche nella ripresa l'Inter è partita col piglio giusto con Rocchi, tornato per un attimo quello dei tempi d'oro su uno slalom tra tre avversari prima di una conclusione fermata con difficoltà da Agazzi. Subito dopo però, ecco la svolta, con l'uscita per infortunio di Gargano, che ha fatto saltare tutti gli equilibri: il piccolo uruguagio, senz'altro modesto in costruzione, è però l'unico a dedicarsi anima e corpo alla fase d'interdizione, lanciandosi spesso in solitudine nel pressing sugli avversari. Nelle attuali condizioni dell'Inter uno come lui, drammaticamente, è diventato essenziale e chi lo critica di pallone capisce zero. Al suo posto si è rivisto Kuzmanovic, un altro misteriosamente in condizioni fisiche precarie. Da lì è cominciata un'altra partita, con l'Inter nel solito ruolo di comparsa, soprattutto dopo l'ingresso di Pinilla al fianco di Ibarbo.Nell'azione decisiva ai fini del risultato, Silvestre, il più inadeguato tra i difensori, non ha in realtà agganciato il cileno importato dall'Inter perché giocasse altrove. Pinilla però, è uno che ha sempre saputo dove e come cadere e l'arbitro Celi ci è cascato come un allocco. E poco importa che, a fine partita, Pinilla abbia confessato la simulazione che forse gli porterà una squalifica. Quello che conta è stato il rigore trasformato dallo stesso Pinilla, forse pure compensativo, visto che poco prima Celi aveva ignorato un contatto evidente in area nerazzurra tra Ibarbo e Kuzmanovic, sugli sviluppi di un contropiede che, tra l'altro, avrebbe dovuto essere fermato sul nascere per un'evidente gamba tesa dell'attaccante colombiano .Se l'Inter continua a non essere gradita ai poteri forti del calcio, lo è per anzitutto per colpa sua: Moratti certi salotti non li frequenta e quando lo si tira per la giacca, si stufa dopo pochi minuti. Gli uomini che sarebbero deputati a farlo al posto suo non hanno alcuna capacità in relazioni attinenti più alla politica del pallone che al calcio giocato. Chiedetevi come possano stare simpatici ad altri, mondo arbitrale in primis, dirigenti che stanno sulle palle per primi ai nostri tifosi.E prima di arbitri e infortuni, si dovrebbe spiegare perché l'Inter ha subito 45 gol come il Palermo, 26 in 13 partite solo nel 2013, al ritmo di due pere a partita. Stramaccioni dovrebbe invece spiegare perché ogni sua difesa sia in grado di esaltare qualsiasi centravanti avversario, da Denis a Pinilla. Che il Cagliari, che nel girone di ritorno ha fatto 26 punti rispetto ai 15 dell'Inter, sia più forte e abbia allungato la sua serie positiva a sette gare in fondo è naturale!E a svelare definitivamente tutte le magagne difensive dell'Inter è stato proprio il raddoppio dei sardi alla mezz'ora della ripresa: sul doppio triangolo tra Cabrera e Pinilla, sono rimasti tutti a bocca aperta tra l'incredulità di Handanovic, uscito a sua volta tardivamente dai pali col pallone del cileno che l'aveva già scavalcato.Sull'interminabile capitolo relativo agli infortuni, stavolta è stato un trust di autentici cervelli quello che ha optato, appena perso per infortunio Gargano, per il rientro anticipato di Nagatomo sul terreno del Nereo Rocco rizzollato in tutta fretta e perciò straordinariamente pericoloso: non a caso dopo appena cinque minuti il Cagliari aveva perso Cossu, ma la pancina nerazzurra era evidentemente distratta. Risultato: il ritorno di Nagatomo è durata meno di otto minuti. Il giapponese, reduce da un infortunio al ginocchio è uscito toccandosi lo stesso ginocchio: un record in grado di far impallidire persino il famigerato preparatore atletico di Benitez, Francisco de Miguel Moren, ai tempi soprannominato ironicamente 'crac' per il numero di infortuni muscolari collezionati nell'avvio di quella stagione!E al posto di Nagatomo? Samuel, non per la difesa però, ma come centravanti aggiunto in attacco: serve altro?"