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Godin: “Penso che il mio ciclo in nazionale sia finito. Quando sentivo parlare Forlan…”

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In una lunga intervista a Ovacìon, Diego Godin ammette che il suo ciclo con la nazionale uruguaiana è finito

Gianni Pampinella

In una lunga intervista a Ovacìon, Diego Godin ammette che il suo ciclo con la nazionale uruguaiana è finito. "Voglio essere chiaro in modo che non si generi confusione. Penso che il mio ciclo sia finito, penso davvero che sia finito", esordisce l'ex difensore dell'Inter. "Ero ragazzo e ascoltavo Tota (Lugano) parlare con Forlán ed il Loco (Abreu), con i grandi, e discutevano sempre di come lasciare la Nazionale. E concettualmente le strade erano due: una che diceva 'mi ritiro dalla Nazionale, lascio la Nazionale, decido io quando lasciare la Nazionale'. L'altro concetto era "la nazionale non non puoi lasciarla, è lei che lascia te". Valgono entrambe le due cose, perché da una parte si può essere stanchi e dire "sento che non posso dare di più alla squadra, oppure non ne ho più voglia", e dall'altra dire "Sento che non posso dare di più alla Nazionale". Penso già a un'altra tappa della mia carriera, penso già alla pensione, penso già a un'altra situazione".

"Ma ti faccio un esempio: gioco nel Vélez e sto bene. C'è una situazione in cui l'allenatore non ha giocatori e io sto giocando, mi chiama e mi dice 'Diego, puoi darmi una mano?' Perché non dare una mano? È concettuale, è come dire 'non sono al di sopra della squadra uruguaiana'. Diego Godín non lascia la squadra uruguaiana, la squadra uruguaiana lascia Diego Godín. È molto concettuale ed è molto profondo".

Se ti convocano per l'inizio delle qualificazioni a giugno, ci sei?

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"Non lo so, non mettermi in difficoltà. Sento davvero che il mio ciclo sia finito, questa è la realtà. Sento che il mio ciclo in nazionale è finito e non voglio pensarci oltre. So anche, e credo, che l'allenatore che verrà, o se rimane l'attuale, farà un cambio generazionale. Immagino che sia arrivato il momento di pensare alla prossima Coppa America, al prossimo Mondiale, per iniziare a fare un cambio generazionale. È giusto ed è il massimo per la squadra che pensa al futuro. Ora nel breve termine, se qualcuno di noi che è ancora attivo vuole continuare ad andare in nazionale, ovviamente darà una mano. È dare una mano, ma non pensare di proseguire con la nazionale".

(Ovacion)

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